La capacità di orientarsi degli uccelli è sempre stata un enigma per gli scienziati.
Oggi, però, un nuovo studio ci aiuta a comprendere meglio questo aspetto etologico. Stando infatti a una ricerca del Cnr, in collaborazione con centri inglesi e portoghesi, alcuni uccelli fiutano il vento. E così facendo sono capaci di tornare a “casa”, anche se “il paese” di origine è una sperduta isola dell’oceano. Le ricerche sono state condotte sulle berte maggiori. Sono volatili che abitano sia il Mediterraneo che l’Atlantico. Appartengono al genere Calonectris e la loro apertura alare può raggiungere il metro. In Italia frequentano soprattutto l’isola di Linosa, dove sopravvivono almeno 10mila coppie. I ricercatori hanno studiato il comportamento di alcuni esemplari, osservando che possono rimanere per molto tempo lontani dalla propria colonia, per poi tornare nello stesso punto di partenza, anche se si tratta di uno sperduto angolo marino. Come fanno?
Effettuano un volo particolare, “a scatti”, alternato a virate più lunghe e decise. Secondo gli etologi questo sistema consente agli uccelli di percepire il maggior numero di odori diffusi nell’atmosfera, fino a risalire a quello che, come farebbe un cartello stradale, è in grado di suggerire la direzione corretta da prendere per tornare sulle proprie “tracce”. Approfondendo l’argomento si è potuto notare che quest’atteggiamento è osservato anche da molti altri volatili, e addirittura da animali che vivono nell’ambiente marino, come gli squali. Anch’essi infatti si muovono a scatti, prima di capire da che parte andare. La tecnica fu altresì adottata dai nostri antichi progenitori che vivevano di caccia e raccolta: fiutavano il vento per intuire la direzione da prendere per tornare alla propria dimora o cacciare nel posto giusto. Ma in che modo il vento consente agli animali di muoversi correttamente?
L’aria porta con sé innumerevoli effluvi provenienti da fenomeni naturali e antropici. In pieno mare il fenomeno è spesso riferito al dimetil solfuro, una sostanza prodotta da particolari alghe marine. In pratica gli uccelli sono in grado di decifrarne la concentrazione e così facendo comprendere quando distano da “casa”.
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