A poche ore di distanza sono stati uccisi tre lupi, uno dei quali, con ogni probabilità, è morto a causa di bocconi avvelenati.
I fatti sono accaduti nelle zona al confine tra la Liguria e il Piemonte.
Trovato agonizzate ad Alessandria
Il primo caso è avvenuto a Sottovalle, comune in provincia di Alessandria. L’animale – un giovane individuo maschio un paio d’anni – è stato visto in difficoltà nei pressi Cappelletta di Meo, nei boschi di Carrosio.
Immediato l’intervento dei Carabinieri forestali di Gavi che, assieme agli agenti del Nucleo faunistico provinciale e a un veterinario, si sono recati sul posto per soccorrere il lupo.
Nonostante il tempestivo intervento, l’animale è morto poco dopo e, secondo quanto riferito, avrebbe presentato i sintomi tipici dell’avvelenamento. La carcassa è stata trasferita all’Università di Torino per l’autopsia ma, sempre in quella zona, di recente i bocconi avvelenati avrebbero ucciso anche altri cani.
«Lo spargimento di bocconi avvelenati è una pratica che, all’interno del mondo venatorio, era del tutto legale fino al 1977. Sono passati oramai quarant’anni, ma vista l’elevata età media dei cacciatori, non c’è dubbio che molti di coloro che usavano i bocconi avvelenati sono tutt’ora in attività» ha commentato la Lav.
Uccisi e decapitati a Savona
Altri due cadaveri di lupi sono stati trovati senza testa sul colle dello Scravaion, in provincia di Savona. Secondo le prime ricostruzioni, i lupi sarebbero stati uccisi e poi decapitati. Se, anche in questo caso, dovesse venire accertato l’impiego di esche avvelenate, la Lav chiede che nella zona venga sospesa la caccia. «La legge nazionale sulla prevenzione degli incendi boschivi istituisce automaticamente il divieto di caccia per dieci anni nelle aree colpite dalle fiamme – conclude l’associazione –. In piena analogia chiediamo che anche le zone interessate dallo spargimento di bocconi avvelenati siano precluse all’attività venatoria per un periodo di dieci anni».
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