In Giappone negli ultimi anni l’apertura di bar, caffè e locali tematici dedicati agli animali è diventata un fenomeno purtroppo in crescita esponenziale.
Si tratta di luoghi dedicati al teorico ristoro del pubblico, ma nel volgere di pochissimo tempo si sono trasformati in minizoo di nicchia, dove a prevalere è una tipologia di animale, ma sovente abbondano molte altre specie.
In principio questo fenomeno dei Cat Cafè – un modello esportato poi con successo anche in altre parti del mondo e persino in Italia – aveva come protagonisti i gatti, animali domestici.
Ben diverso, anche da un punto di vista etico, è ritrovarsi a bere una tazza di tè circondati da serpenti, lontre, conigli, capre, pinguini e gufi come sta accadendo nei tantissimi Owl cafè e bar tematici proliferati a Tokyo e in tutto i Giappone.
Owl Cafè, i bar dei gufi
Particolarmente frequenti sono gli Owl Cafè, per via della popolarità globale di cui godono i gufi e l’empatia che creano con il pubblico, attirando moltissimi turisti.
All’interno di questi bar i clienti cercano un’esperienza unica, prendere un caffè oppure un aperitivo accarezzando le morbide piume di un gufo o prendendo in mano un riccio.
I gufi in questione possono essere di diverse specie, generalmente tutti vengono tenuti legati a un posatoio o a un trespolo di legno, negando loro la possibilità di soddisfare i propri bisogni comportamentali di base, limitandoli intensamente ed esponendoli a continue interazioni con l’uomo.
Quella mania di voler coccolare gli animali
I giapponesi sono assolutamente affascinati da tutto ciò che è “kawaii” ossia “carino, coccoloso”, come ha spiegato il professor Kevin Short, specializzato in antropologia culturale all’Università di Scienze dell’Informazione di Tokyo. Infatti, in una società dove tutto è estremamente stressante e veloce, il contatto con gli animali è da sempre ritenuto terapeutico. È quindi naturale che luoghi del genere siano letteralmente presi d’assalto.
Dalla parte del gufo
Ma riuscite a immaginare questi scenari dal punto di vista di un gufo?
Gli animali sono confinati in un ambiente piuttosto circoscritto e già solo questo aspetto rappresenta un abuso, se si pensa che il loro habitat naturale è l’immensità del cielo.
Non si possono muovere liberamente, né bere quando ne sentono la necessità, il ciclo del loro sonno è interrotto e la costrizione in questi ambienti affollati e rumorosi crea loro molto stress; ricordiamo che i sensi dell’udito e della vista in loro sono molto acuti e sviluppati.
Questi rapaci notturni, inoltre, sono obbligati a sopportare il continuo contatto con le persone. Cosa che, vista la loro natura, non risulta affatto gradita, essendo animali selvatici e dalle abitudini appunto notturne, caratteristiche che si discostano ampiamente dalle dinamiche di un bar.
In questi caffè i gufi appaiono sempre stanchi e apatici.
Non si deve pensare al maltrattamento solo in riferimento a comportamenti violenti. L’abuso di un animale è anche costringerlo a un comportamento che non gli è proprio.
Non solo rapaci notturni
Eticamente questi luoghi sono molto discutibili perché non rispettano l’etologia delle varie specie coinvolte. Non meno grave è, infatti, è la condizione delle lontre, animali legati all’acqua e costretti a vivere in piccoli recinti di plastica con pochissima acqua non corrente.
Ma non se la passano meglio pinguini, serpenti rinchiusi nelle teche e ricci, quest’ultimi presi in mano da bambini e adulti che per un selfie non esitano a sparare il flash nei loro occhi mentre cercano di dormire raggomitolati.
Lasciamo gli animali nei loro habitat e godiamoci il caffè, che è un gran piacere di per sè.
Questo drammatico e perpetuo maltrattamento di animali nei locali giapponesi è stato oggetto di un approfondito capitolo nel nuovo libro “Il volo rapito” edito da Noctua Book.