Si è affermata una convinzione: il corso della storia procede di per sé verso il progresso, parola con cui non indichiamo un semplice cambiamento, ma un cambiamento verso il meglio. In effetti una continua sequenza di intuizioni e scoperte hanno garantito conoscenze e applicazioni un tempo impensabili e molte di queste hanno largamente migliorato la qualità della nostra vita. Inoltre si sono affermati in larga parte del mondo diritti civili, politici, sociali e culturali.
Spiace cadere nel banale, ma a questo punto è impossibile sottrarsi a una domanda: come possono coesistere l’avanzamento del progresso e l’abbrutimento umano che traspare dalle cronache di questi mesi? Non è certo questa la sede per dare risposte a un interrogativo così grande. Tuttavia una semplice riflessione si può avviare. Gli sforzi tesi verso nuovi sviluppi, in ogni campo, sono sostenuti da interessi economici, dalla ricerca del profitto e della supremazia politica e militare e non dal soddisfacimento di alti valori umani. Talvolta questi ultimi scaturiscono in forma indotta dai primi, ma suona come una gigantesca illusione credere che siano il vero motore del progresso.
La guerra in Ucraina, la recente escalation in Medio Oriente e i tanti conflitti sparsi per il globo hanno ulteriormente favorito l’industria delle armi. I dati apparsi nelle prime settimane del 2024 confermano che l’anno passato è stato da record in Germania, Usa, Regno Unito. Secondo un rapporto di Greenpeace in Europa le spese militari nell’ultimo decennio hanno registrato un aumento record: +46 per cento nei Paesi NATO-UE, +26 per cento in Italia.
«Quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti. La gente, che non vuole armi ma pane, che fatica ad andare avanti e chiede pace, ignora quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti. Eppure dovrebbe saperlo. Se ne parli, se ne scriva, perché si sappiano gli interessi e i guadagni che muovono i fili delle guerre». Sono le parole pronunciate da Papa Francesco nella benedizione Urbi e Orbi per il giorno di Natale. Ecco alcune questioni che dovremmo porci quando parliamo e scriviamo di progresso.
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