La Commissione Europea ha annunciato la messa al bando degli allevamenti di cane procione (Nyctereutes procyonoides), animale originario del Giappone e della Manciuria e introdotto nel Vecchio Continente dall’industria delle pellicce.
Il piccolo canide, parente stretto della volpe, è infatti allevato solamente per via della sua pelliccia, particolarmente richiesta dal settore della moda.
Il perché del divieto
Nyctereutes procyonoides è stato incluso nella lista delle specie aliene invasive di interesse europeo, vale a dire le specie considerate dannose per la biodiversità perché, oltre a non appartenere all’ambiente in cui vivono, sono antagoniste o dannose verso le specie autoctone. Questo significa che gli allevamenti commerciali di cane procione, localizzati principalmente negli stati europei settentrionali, dovranno presto chiudere.
Il provvedimento segna una svolta storica: mai prima d’ora una specie animale di interesse commerciale, e in particolare di interesse per l’industria della moda e della pellicceria, era stata inserita in questa lista.
Stesso futuro per i visoni?
È probabile che anche il visone americano (Neovison vison) possa essere incluso in questa lista. Il visone americano, ad oggi, è l’unica specie che nel nostro Paese è allevata per la sua pelliccia.
«Se così fosse, sarebbe il colpo mortale per l’industria italiana delle pellicce – ha detto la Lav in un comunicato -. Siamo felici per il pronunciamento della Commissione Europea, ma riteniamo che le Istituzioni nazionali ed europee debbano fare propri i valori sempre più condivisi nella nostra società di rispetto per gli animali, arrivando a vietare queste forme di allevamento esclusivamente per motivi etici e non per tutelare la biodiversità. Inoltre, vigileremo affinché le popolazioni di cane procione presenti libere in natura non diventino vittima di piani di contenimento cruenti».
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