Fino ad alcuni anni fa nei testi di Ornitologia tutti gli aironi venivano assegnati all’Ordine dei Ciconiiformes ma, dopo gli studi sul DNA svolti da ornitologi come Sibley, Ahlquist e Monroe (alla fine degli anni ’80) la classificazione degli uccelli è stata rivoluzionata; oggi tutti gli aironi (Famiglia Ardeidae) vengono raggruppati, insieme ai pellicani, agli ibis, alle spatole ecc. all’Odine dei Pelecaniformes, mentre ai Ciconiiformes sono state assegnate solo tutte le varie specie di cicogne del mondo (Famiglia Ciconiidae).
Molte delle specie di questi uccelli sono diffusi nelle zone umide della Pianura Padana e avendo abitudini sociali, durante il periodo della nidificazione essi si aggregano in colonie riproduttive. Queste colonie vengono definite con il termine locale di “garzaie” e accomunano alcune specie di ardeidi come: aironi cenerini, guardabuoi, garzette, nitticore, sgarze ciuffetto ecc. che hanno l’abitudine di occupare alti alberi e/o grossi cespugli presso zone umide e acquitrinose.
I nidi sono posti a poca distanza l’uno dall’altro per poter sfruttare al meglio le chiome e a volte in alcuni boschetti sono presenti centinaio o perfino migliaia di coppie nidificanti. Spesso ogni specie presenta preferenze anche in base all’altezza dove porre il nido e inoltre ognuna si riproduce in periodi leggermente diversi.
Per esempio l’airone cenerino che non teme il freddo, quando nidifica sugli alberi (a volte lo fa anche tra canneti e bassi cespugli di salicone) occupa sempre le cime più alte e inizia la nidificazione anche a fine gennaio, più spesso a febbraio o inizio di marzo. I suoi grandi nidi si possono osservare bene poiché in questo periodo gli alberi di latifoglie su cui nidifica, pioppi, querce, ontani, non hanno ancora le foglie.
Garzette e altre specie nidificano di solito ad aprile, mentre la sgarza ciuffetto , che giunge tardi dai quartieri africani dove ha svernato, inizia il periodo riproduttivo a maggio inoltrato. Spesso insieme agli aironi nidificano molti cormorani e ultimamente anche una nuova specie che, come il guardabuoi, è giunta in Italia da pochi anni, ma ha origini africane: l’ibis sacro o egiziano (Threskiornis aethiopichus), la cui presenza nella pianura Padana è a tutt’oggi un fenomeno controverso e fonte di discussioni.
Un gruppo di ricercatori ha svolto censimenti delle garzaie italiane dal 1972 , con il coordinamento del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia. Da quando le garzaie sono state censite e protette il numero degli aironi della Pianura Padana e del resto d’Italia è significativamente aumentato.
Insediamento di una nuova garzaia
Studiando una zona umida in provincia di Lodi, una lanca abbandonata da un fiume, nei pressi del luogo dove risiedo, nel 2020 ho notato una presenza di aironi molto cospicua e con mia grande sorpresa ho notato che stavano nidificando: vi erano aironi cenerini, guardabuoi, garzette e come spesso ormai succede in molte garzaie anche alcune coppie di cormorano comune. Ho censito in modo molto sommario, al fine di non disturbare, più di quaranta nidi.
Fortunatamente all’inizio del 2021 gli aironi cenerini hanno iniziato a nidificare nuovamente, seguiti in primavera da un numero ancor maggiore, rispetto all’anno precedente, di coppie di aironi guardabuoi, garzette e cormorani; con mia grande sorpresa anche uno stormo di una ventina di ibis sacri ha iniziato a frequentare la garzaia e le zone umide della lanca, anche se non ho potuto verificare in modo sicuro la loro nidificazione.
Il sito dove si è formata la lanca viene nominato in alcuni documenti relativi alla Direttiva habitat e Natura 2000 della Comunità Europea: “ELENCO DEI 167 SITI DI GARZAIE ATTIVE IN LOMBARDIA NEL 2017 ALLEGATO G1”. Viene considerato come Zone di Particolare Rilevanza naturale ed ambientale e quindi individuata nell’Allegato A della Legge Regionale 86/83 sulle aree protette.
Informandomi ho poi scoperto che in una relazione richiesta dalla provincia di Lodi qualche tempo fa, viene erroneamente riportato che in questo sito sono presenti “pochissimi nidi di airone cenerino e di nitticora (Nycticorax nycticorax)”; notizia non corretta poiché la presenza di questa ultima specie di airone, dopo molti anni di osservazioni effettuate, non è mai stata da me rilevata e, infatti, non è tra le specie che vi si riproducono attualmente.
Ho quindi stilato una relazione sulle presenze floro-faunistiche della lanca, aggiungendo abbondanti raccomandazioni su quelle che sono le operazioni da mettere in atto per proteggere la garzaia da disturbo antropico (schermi in materiale naturale per occultare la presenza di persone, segnalazioni per circondare il perimetro di rispetto della zona protetta ecc.), e interventi di miglioramento e ripristino ambientale nelle zone presso la garzaia dove gli aironi spesso scendono per procurarsi il cibo. Ho proposto infine la messa in loco di pannelli esplicativi che illustrino il fenomeno delle lanche e delle garzaie, da posizionare su eventuali sentieri ed itinerari didattici da studiare accuratamente.
Consegnata la relazione (in due parti) al Comune dove è presente la garzaia, questo resoconto è servito come allegato a una “Scheda di monitoraggio per progetti ambientali e territoriali” che è stata presentata ad architetti e dirigenti della Provincia di Lodi.
Dopo aver fatto presente che, nell’ambito del Progetto Life Gestire, si possono ottenere finanziamenti dell’Unione Europea proprio erogati allo scopo di programmare interventi necessari alla tutela di specie di interesse europeo fra le quali si trovano appunto gli Ardeidae, ho contattato anche un’importante testata giornalistica, un quotidiano assai diffuso in provincia di Lodi.
Purtroppo a tutt’oggi stiamo ancora aspettando e sperando che, nonostante tutto, gli aironi insieme all’ambiente naturale della lanca e a tutte le varie specie che determinano la biodiversità del sito (dalla volpe al tasso, al cavaliere d’Italia e agli altri limicoli, fino alle numerose specie di piccoli passeriformi ecc.) continuino a frequentare e/o a riprodursi in questo interessante ecosistema acquatico che meriterebbe senz’altro di essere protetto e valorizzato.