Qualche giorno fa mi è capitato di incrociare sulla bacheca Facebook un post che accoglieva positivamente la recente nascita di un comitato contro l’obbligatorietà dei vaccini, per difendere la libertà del cittadino di scegliere se vaccinare o no i propri figli.
Il dibattito su questo tema ha raggiunto ormai una dimensione totalmente sentimentale e, inevitabilmente, ogni confronto diventa difficile.
Quando il coinvolgimento emotivo è alto (sia da una parte, che dall’altra) il problema paradossalmente diventa indipendente dai contenuti e sorge una nuova questione da risolvere, le modalità della discussione. E il dibattito social è l’arena peggiore per discutere di certi temi.
Io evito quasi sempre di partecipare alla bagarre social (per conclamata inefficacia), questa volta però mi sono sforzato di trovare un paragone abbastanza semplice e d’impatto per spiegare la mia posizione: è come se si decidesse di fare il comitato per difendere la libertà di fare i 200 km/h sulle strade.
Ecco come potrebbe essere sviluppato il paragone.
“Basta coi limiti di velocità in strada, voglio la libertà di decidere. Non metto in dubbio che i limiti salvino molte persone ogni anno, ma so per certo che gente muore o si fa male anche rispettando i limiti. Guardando i dati ISTAT si vede come fra le cause di incidenti compaiano solo voci tipo: procedeva a velocità troppo elevata, procedeva con eccesso di velocità e così via. Non compare mai “procedeva troppo lentamente”, eppure di solito il tamponamento (la seconda tipologia di incidente più frequente – ndr) coinvolge una vettura che va piano o è ferma. Vorranno nasconderci qualcosa? Non lo so, ma so che ci impongono più limiti di quelli necessari perché così possono incassare più soldi dalle multe, quindi voglio il diritto di poter scegliere se rispettare i limiti o no.”
Stiamo confondendo il diritto di essere attenti e informati con la libertà di fare una scelta di cui non conosciamo davvero il contenuto, ecco perché questo apparente paradosso non è poi così distante dalla realtà. Un paragone che curiosamente ha un precedente simile – giuro che non lo sapevo – nel 2015, quando il blogger Robert Moore jr, per stimolare una riflessione sui no-vax, si inventò la storia degli antifrenisti: una simpatica teoria sulla correlazione fra la presenza di freni sulle auto e gli incidenti stradali. Da leggere assolutamente.
Ma che cosa c’entra la questione vaccini con le automobili?
C’entra eccome, perché la paura della velocità la percepiamo in modo diretto e ci sembra una follia sentir dire “voglio la libertà di andare più veloce”. Certe malattie, invece, sono così distanti nel tempo che non ci fanno più concretamente paura e per questo rischiamo di sottovalutare rischi che sono reali.
E poi pensare che la scelta di vaccinare o meno i propri figli sia una libertà personale è fuorviante. Esattamente come la velocità in strada, è una questione collettiva e di conseguenza per forza deve sottostare a delle regole.
La tua libertà di non avere limiti di velocità mette a rischio la mia vita.
Illustrazione: Silvia Venturi
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