La Val Susa (TO) è da anni al centro della battaglia contro il passaggio dei Treni ad Alta Velocità (TAV), avversata dalla popolazione locale in quanto considerati un’opera inutile, devastante per il territorio e insostenibilmente costosa.
Da ciò nasce l’immagine di un territorio che la maggior parte dei mass-media presenta come militarizzato, abitato da facinorosi che si oppongo al progresso in nome di un loro egoismo locale.
Ebbene non è così, ma non solo: in Val Susa sono fiorite negli anni molte iniziative che non sono “contro”, ma che al contrario sono portatrici di idee e di proposte anche innovative per mantenere viva una vallata che, come molte altre in montagna, rischierebbe l’abbandono e il collasso.
Innanzitutto si è partiti dai valori e dalle bellezze della valle, che le turbolente vicende legate alla TAV tendono a far dimenticare. Cominciando dalla Sacra di San Michele, l’imponente abbazia collocata sul monte Pirchiriano, all’imbocco della valle, che ha parzialmente ispirato Umberto Eco per il suo romanzo “In nome della rosa”.
La valle è poi ricca di fauna e flora, tra cui 45 specie di orchidee rare tra le 250 protette in Italia. Una fitta rete di sentieri panoramici, tra cui il famoso Sentiero Balcone, ne attraversa i versanti ed i crinali. E poi le molte locande dove assaggiare i prodotti tipici, dai formaggi, ai dolci, al famoso Vino del Ghiaccio accompagnato dalle Paste di Meliga e dalla Losa Golosa.
Forti di queste risorse e consapevoli del fatto che i modelli industriali in bassa valle e quelli economici basati sul turismo invernale in alta valle erano ormai in crisi se non palesemente superati, hanno deciso di giocarsi la carta dell’economia circolare, ovvero costruire un sistema economico locale fondato sul recupero e il riciclo delle risorse e soprattutto il ripristino dei prodotti, concetto quest’ultimo praticamente spazzato via dalla civiltà dei consumi ad ogni costo e dalla obsolescenza programmata. L’economia circolare si basa su un insieme di sistemi produttivi in cui le stesse risorse vengono utilizzate più volte, rimettendole nel circolo produttivo attraverso il riutilizzo ed il riciclo, con conseguenti notevoli guadagni in termini di efficienza.
Ecco allora nascere nel 2012 Etinomia, un’associazione-rete di oltre 350 imprenditori che condividono scenari di sviluppo etico ed ecosostenibile e mettono in contatto i cicli produttivi, in cui gli scarti di uno diventano risorse per un altro, sostenendosi vicendevolmente per allargare il bacino dei propri clienti. A tal fine si sono inventati anche una specie di moneta locale, il Susino, che ovviamente non sostituisce l’Euro ma lo integra favorendo le ricadute economiche sulle comunità locali. Gli obiettivi del Susino sono infatti l’ incentivare i consumi presso il piccolo negozio, generare una economia di zona a chilometro zero, invogliare i turisti a visitare la Val di Susa, creando pacchetti viaggi con incluso i carnet di Susini.
Insomma, un’azione intelligente e virtuosa che nasce dalla dolorosa vicenda TAV, ma che sta unendo sempre di più uomini e ideali in una bella logica costruttiva e di rispetto per il territorio.
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