Nel cuore della Val d’Orcia, mirabile paesaggio che tutto il mondo ci invidia, a pochi chilometri da Pienza, città ideale del Rinascimento italiano, alligna una quercia vecchia di quasi 400 anni.
Potrebbe sembrare il principio di una bella fiaba, invece per questo patriarca verde gli ultimi anni di vita sono stati assai travagliati.
Andiamo con ordine. La “Quercia delle Checche”, questo è il nome con cui è noto questo rovere alto 22 metri, la cui chioma raggiunge un diametro di 34, è un albero maestoso messa a dimora quando era granduca di Toscana Ferdinando II de’ Medici, grande sostenitore di Galileo Galilei.
Gli abitanti della Val d’Orcia lo hanno custodito fino ai giorni nostri.
Le sue disgrazie cominciarono il 15 agosto del 2014, quando un grosso ramo si staccò dal tronco, dopo che alcuni turisti lo avevano usato come “palestra” per degli esercizi di tree climbing. L’evento traumatico ebbe risonanza nazionale e il vecchio rovere conobbe una notorietà insolita.
A maggio di quest’anno il Ministero dei Beni Culturali ha posto sotto tutela la pianta, al pari di un palazzo o una piazza. Il “Comitato Sos Quercia delle Checche” ha salutato con gioia il provvedimento. Purtroppo però lo scorso 2 agosto una nuova, gigantesca branca è schiantata al suolo.
Ora la quercia è stata recintata e un’ordinanza del sindaco vieta di sostare nelle vicinanze. L’aspetto è sofferente. Oltre alle mutilazioni, l’albero mostra parti secche nella chioma. Sono stati annunciati provvedimenti. Nel frattempo l’amministrazione comunale e il comitato si scambiano accuse.
Se passate da quelle parti affrettatevi a portare il vostro abbraccio – virtuale poiché non è possibile avvicinarsi – alla Quercia delle Checche. Ne ha davvero tanto bisogno.
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