Si tratta della più massiccia spedizione del genere mai effettuata: 70mila semi sono stati inviati dalla Millenium Seeds Bank di Kew, nel Regno Unito – la banca di semi di piante selvatiche più grande del mondo – al centro di ricerca Icarda (International Center for Agricultural Research in the Dry Areas) di Beirut, in Libano. I semi saranno utilizzati per la ricerca sulla sicurezza alimentare e studiati per favorire colture maggiormente resistenti a minacce quali il cambiamento climatico, la siccità, i parassiti e le malattie.
Conservate anche 50 cultivar siriane
Il centro di ricerca Icarda è il più grande della Regione e ha sede a Beirut dal 2012. Prima si trovava ad Aleppo, in Siria.
Da Kew sono giunti anche i semi di 50 cultivar siriane: l’obiettivo dei ricercatori è quello di di ricreare la biodiversità andata distrutta nel corso del conflitto scoppiato nel 2011.
Ma non solo: sono stati portati in Libano per essere studiati anche i semi del grano selvatico proveniente dall’Italia, di una pianta di lenticchia selvatica proveniente da Cipro e di alcune varietà selvatiche del pisello e della fava.
Quali sono gli obiettivi del progetto
Le banche dei semi svolgono un compito importantissimo: conservare il tesoro più grande della Terra, vale a dire la sua biodiversità.
«Le pressioni sono tante – ha spiegato Oriole Wagstaff, membro del progetto Crop Wild Relatives di Kew –. L’obiettivo è quello di preservare i semi dalle malattie e della distruzione dell’uomo. La sfida del futuro riguarda però i cambiamenti climatici: l’obiettivo è quello di studiare colture più resistenti e in grado di adattarsi maggiormente».
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