Villa Sciarra, circondata dalle mura gianicolensi, è una delle ville più belle e accoglienti di Roma e, nonostante non sia troppo grande, rappresenta un focus su tutto ciò che Roma ha da offrire: arte, storia e natura.
La sua storia inizia nel 1500 con l’acquisizione del terreno coltivato ad orti da parte di Monsignor Innocenzo Malvasia, ma l’intero complesso cominciò a essere valorizzato solo a patire dal 1642, quando iniziò la costruzione delle mura gianicolensi. Il processo di valorizzazione prese ancora maggior piede quando la proprietà passò ai Barberini e, in seguito, al Cardinal Ottoboni, il quale realizzò nuovi giardini, introdusse nuove specie di piante, sia da coltivazione che esotiche, e promosse nuovi scavi al suo interno.
Nel 1800 la proprietà passò a Maffeo Sciarra, da cui deriva l’attuale nome della villa, che decise di ingrandirla e abbellirla, ma purtroppo tutti i suoi sforzi furono vanificati dal primo conflitto mondiale che portò ingenti danni alla dimora. I coniugi Wurts, non solo la riportarono all’antico splendore, ma aggiunsero anche numerose statue di origine settecentesca al suo interno, rendendo Villa Sciarra un luogo unico. Nel 1930, in seguito alla morte del marito, Henrietta Wurts, donò la proprietà a Benito Mussolini, ma con la sola condizione che la rendesse pubblica.
Oggi Villa Sciarra costituisce un luogo unico dove conciliare i propri pensieri, rilassarsi e fare sport all’aperto. Si può camminare lungo i suoi viali curati e ammirare bellezze architettoniche e piante di ogni tipo. E persino incontrare dei fossili viventi!
Infatti, entrando da uno qualsiasi dei suoi numerosi ingressi e percorrendo i suoi viali è facile imbattersi nei numerosi esemplari di Ginkgo biloba, una pianta dal portamento arboreo molto imponente che può raggiungere i 40 metri di altezza. Questa specie è l’unica sopravvissuta della famiglia delle Ginkgoaceae che hanno un’origine risalente al Permiano, ovvero circa 250 milioni di anni fa e, pertanto, sono dei veri e propri fossili viventi. Sono piante originarie della zona in cui si trova oggi la Cina e furono introdotte in Europa solo nel 1700. Oggi questa specie non riesce più a riprodursi spontaneamente ma riesce a resistere coltivata all’interno di giardini come Villa Sciarra.
Consiglio a tutti di osservare i Ginkgo biloba nel periodo autunnale quando danno il meglio di loro stessi. In autunno, infatti, le foglie si colorano di un giallo dorato prima di cadere e gli alberi sembrano colorarsi di oro colato, creando uno spettacolo unico anche sui prati sottostanti. Si potrebbe stare a guardarli per ore e riconciliarsi con ciò che solo Madre Natura sa regalarci.
Un posto davvero unico, fatto di incanto e magia.
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