Nel 1991, durante un sopralluogo per realizzare un inventario forestale nelle campagne della Sicilia sud-orientale, il botanico Giuseppe Garfì si è imbattuto in una pianta dall’aspetto nuovo e non riconoscibile. Dopo aver raccolto alcuni campioni, lo studioso ha iniziato una ricerca minuziosa nel tentativo di classificarla, senza però giungere ad alcuna conclusione. Con l’aiuto del Prof. Quezel dell’Università di Marsiglia, uno dei massimi esperti al mondo di flora mediterranea, la sorpresa non tardò ad arrivare. I ricercatori erano davanti a quella che è stata considerata una delle più grandi scoperte botaniche avvenute in Italia nell’ultimo secolo: la Zelkova sicula.
Un vero e proprio fossile vivente
Un tempo diffusa in tutto il Mediterraneo, la Zelkova è una pianta relitta della flora terziaria che oggi si rinviene soltanto in alcune aree rifugio dell’emisfero settentrionale. Circa 30.000 anni fa, a causa delle glaciazioni quaternarie, questo genere si è estinto in tutto il continente europeo, sopravvivendo soltanto in due ‘nicchie ecologiche’, rispettivamente sulle montagne dell’isola di Creta (specie Zelkova abelicea) ed in Sicilia (specie Zelkova sicula). Oggi le popolazioni siciliane si trovano soltanto sui Monti Iblei, nei territori di Buccheri (260 piante) e Melilli (1540 piante). L’enorme valore botanico ed ambientale della Zelkova sicula e l’esiguo numero di esemplari viventi pongono la pianta nella lista IUCN delle 50 specie a maggiore rischio di estinzione del Mediterraneo, motivo che ha spinto il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, prima, e l’Unione Europea, dopo, a finanziare dei progetti per la sua conservazione.
Salvare la Zelkova sicula
Pur essendo incluse in due siti di importanza comunitaria (SIC), le popolazioni di Zelkova sicula non erano soggette fino al 2013 ad alcuna misura di protezione legale. Una situazione paradossale che è stata superata grazie al Decreto di tutela del Presidente della Regione (D.P.R.S. n°312 del 27/05/2013), emanato nell’ambito dell’interessante progetto Zelkov@zione, che fa parte del programma LIFE della Commissione Europea e che vede come partner coordinatore il Dipartimento Regionale dell’Ambiente della Regione Siciliana (DRA), e come partner associati il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana (DRSRT), il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Bioscienze e BioRisorse di Palermo (CNR-IBBR), il Conservatoire Botanique National di Brest (CBNB) e Legambiente Onlus. «Salvare la Zelkova sicula dall’estinzione è un impegno difficile ma appassionante – spiega Giuseppe Garfì botanico dell’IBBR di Palermo – Si tratta di una grande sfida che passa attraverso alcune tappe fondamentali tra cui il censimento dell’intera popolazione, la conservazione ed il restauro dell’habitat naturale, lo studio della struttura genetica delle popolazioni, la produzione di materiali di moltiplicazione, la diffusione della specie e ovviamente la realizzazione di campagne di sensibilizzazione ed educazione». Il team di ricercatori del CNR di Palermo, in collaborazione con il CBNB, ha messo a punto uno specifico protocollo di propagazione a cui è seguita l’individuazione di quattro siti-pilota, in alcuni boschi siciliani, per una prima campagna di reintroduzione in natura (‘colonizzazione assistita’). «L’alta percentuale di successo della messa a dimora di giovani piantine fa ben sperare per il futuro di questa rarissima pianta – conclude Garfì.». La strada è ancora lunga, ma per il fossile vivente siciliano si intravede un roseo futuro; le fasi di questo affascinante progetto possono essere seguite sul sito www.zelkovazione.eu.
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