Un virus gigante vecchio di 30 mila anni è stato trovato tra i ghiacci della Siberia. I virus conosciuti fino a ora contengono così poche informazioni genetiche che non vengono classificati come forme di vita. Ma un virus come quello rinvenuto in Siberia possiede una complessità genetica paragonabile a quella di un batterio, che è sicuramente considerato una forma di vita, ed è così grande da poter essere osservato anche con un normale microscopio.
Lo studio della biodiversità si è molto evoluto negli ultimi anni. I microscopi elettronici hanno preso il posto dei binocoli e delle farfalle… Non solo vengono scoperte nuove forme di vita, ma anche nuovi modi di vivere. Sono state trovate comunità di batteri che comunicano fra loro con impulsi elettrici, come fanno i neuroni nel nostro cervello.
I nuovi esploratori
Se Charles Darwin e Joseph Banks solcavano i mari verso terre lontane alla ricerca di specie sconosciute da portare nei musei di storia naturale, ora si scandaglia il fondo degli oceani alla ricerca di forme di vita come il Lokiarchaeota, l’anello di congiunzione tra i microbi e le cellule animali.
Si è scoperto che negli abissi esistono forme di vita che sfruttano energia chimica al posto di quella solare, che si considerava come presupposto necessario per l’esistenza della vita. Forme di vita che sopravvivono in ambienti acidi e corrosivi o tra le rocce sommerse dai ghiacci dell’Antartico… uno scenario che apre la possibilità per l’esistenza della vita nello spazio.
Impronta genetica
L’aspetto più curioso del Lokiarchaeota è che nessuno l’ha mai visto. Tutto quello che sappiamo di questa forma di vita è stato studiato attraverso la metagenomica, che ci consente di estrarre frammenti di DNA dall’ambiente (in questo caso i sedimenti sottomarini) e di studiarne la sequenza. È la stessa tecnica utilizzata dagli investigatori per cercare tracce nello scenario di un crimine.
Oggi, al posto dei musei di storia naturale, la biodiversità è conservata in archivi digitali. E viene ripensata in parte anche la classificazione delle specie. Per esempio, studiando il DNA di alcuni elefanti e di reperti dell’estinto mammut è stata definita una nuova specie di pachiderma. Ora sappiamo che tra gli elefanti africani che vivono nelle e quelli della savana c’è la stessa differnza che passa tra uomini e scimpanzè.
I nuovi quesiti
Come e perché nei geni si verificano dei cambiamenti? Sono stati osservati dei virus che “importano” pacchetti di informazioni genetiche dai loro ospiti.
Quanta promiscuità c’è nelle forme di vita e nelle loro informazioni genetiche? Come interagisce il nostro patrimonio genetico con quello dei microorganismi che abitano il nostro corpo?
Si scoprono in continuazione nuove forme di vita. La maggior parte dei virus, come quello dell’influenza o dell’HIV, hanno circa 10 geni. I virus giganti scoperti nell’ultimo decennio ne hanno più di 1.000, lo stesso ordine di grandezza dello Prochlorococcus.
Il gigantesco virus Pandoravirus ha più geni di qualunque altro virus conosciuto – da cui il nome… – e solleva la domanda se oltre a eucarioti, batteri e archaea ci sia una quarta forma di vita!
Ci potrebbe essere della vita che si è evoluta in maniera completamente diversa; ci potrebbe essere vita in luoghi dove non abbiamo mai cercato.
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