La storia e il significato del concetto di Wilderness sono più intricati e complessi di quanto si possa immaginare, estremamente variegati nel corso di epoche e luoghi differenti.
Wilderness è un termine emerso in territorio americano nel XVII secolo, quando i pionieri fecero esperienza di una natura non civilizzata e non ruralizzata, ormai scomparsa da secoli in Europa, che ai loro occhi apparve desolata e desolante.
La selvaticità e, più in generale, la natura, da sempre sono state concepite in opposizione alla civiltà: è sufficiente osservare come nel ricostruire la storia dell’origine dell’umanità venga individuata una prima fase (precedente al sorgere delle leggi) in cui l’uomo vive la propria quotidianità e le proprie relazioni mosso esclusivamente da quelli che vengono definiti “istinti naturali”.
È possibile osservare una tendenza all’idealizzazione della natura ridotta a un meccanismo ordinato costituito da esiti certi, nella quale a stento rientra il concetto di selvaticità.
Selvaggio è ciò che appare disordinato, imprevisto, incerto e dunque inclassificabile, ciò nonostante costituisce uno dei tratti imprescindibili e prevalenti della natura considerata nella complessità della sua storia evolutiva.
Alle origini della saggezza selvatica
A tal proposito è inevitabile mettere in luce come una diversa concezione di Wilderness abbia portato a differenti generi di cultura umanistica in continenti diversi.
Se in Europa l’umanesimo affondava le proprie radici nella storia antica, in America emerse un umanesimo naturalistico, imperniato sull’emergenza di un uomo ricreato e redento dall’ambiente. In questo caso è possibile parlare di un vero e proprio esistenzialismo naturalistico.
Il movimento trascendentalista, sviluppatosi nel XIX, secolo diede voce a queste nuove esigenze umanistiche: lontano da ogni sorta di panteismo, individuò nella natura una risorsa spirituale di rigenerazione, fondando, tra le altre cose, un’etica basata sull’estetica della natura.
Il cammino attraverso la Wilderness diventa, dunque, opportunità per lo sviluppo di quella che viene denominata “saggezza selvatica”, della quale Aldo Leopold, John Muir e Henry David Thoreau saranno i più celebri esponenti. La natura selvatica, o quel che ne è rimasto, può costituire l’occasione per una rinnovata idea del sacro e una nuova idea della moralità umana, all’interno della quale l’essere umano è in grado di ristabilire i legami con la propria naturalità.