Un tempo l’orso grizzly occupava un vastissimo territorio, che andava dal Canada fino al Messico settentrionale.
Oggi, invece, è diffuso principalmente nel Wyoming nordoccidentale e nella parte occidentale del Montana. Piccole popolazioni si trovano anche sulle Montagne Rocciose Canadesi, in Alaska e nelle zone più selvagge comprese fra il Brooks Range e i Monti Mackenzie. Ma il regno incontrastato di questo animale è il Parco Nazionale di Yellowstone.
Eppure perfino lì i grizzly rischiano di non essere al sicuro. A partire dai primi anni del Duemila la popolazione non è più cresciuta e sempre meno cuccioli sono sopravvissuti fino all’età adulta. Secondo gli studiosi, gli orsi hanno perso alimenti fondamentali a causa dei cambiamenti climatici. I grizzly di Yellowstone inoltre sono completamente isolati dagli altri nuclei e anche questo aspetto minaccia la loro sopravvivenza nel lungo termine.
Nonostante tutto ciò, il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti intende rimuovere le Endangered Species Act (norme di protezione per le specie a rischio di estinzione) entro la fine dell’anno. In pratica si tratterebbe di un’operazione di delisting che toglierebbe la “protezione federale” ai grizzly, affidandone la gestione ai singoli Stati.
Le associazioni ambientaliste statunitensi, in prima linea il Sierra Club che si batte in difesa della natura dal 1892 e la Greater Yellowstone Coalition, sono seriamente preoccupate: Wyoming, Idaho e Montana sembrano, infatti, pronte ad autorizzare di nuovo la caccia agli orsi grizzly.
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