Sono stati momenti concitati e di paura quelli vissuti, lo scorso fine settimana, allo zoo di Napoli. Sotto gli occhi esterrefatti dei visitatori, tra i quali anche parecchi bambini, un piccolo di gnu appena nato è stato caricato e calpestato da alcune zebre.
Il fatto è accaduto nel recinto “savana”, area in cui convivono più specie differenti. Ed è stata proprio la promiscuità degli spazi – assieme all’inadeguatezza delle strutture – a causare l’incidente. Le zebre, riconoscendo il piccolo gnu come estraneo al gruppo lo hanno caricato, calpestandolo ripetutamente.
Spaventati per quanto stava accadendo, i visitatori hanno hanno iniziato a gridare con lo scopo di allontanare le zebre. Secondo quanto riferito dai presenti alla Lav, gli operatori dello zoo erano impreparati ad affrontare una tale eventualità. Infatti, si sarebbero limitati a sventolare alcuni rami, rimanendo lungo il perimetro del recinto, salvo poi andarsene via. Solo dopo un’ora dalla nascita del piccolo un mezzo sarebbe entrato nel recinto per trarlo in salvo.
Tragedia sfiorata
“Lo zoo non ha ritenuto necessario offrire alla madre un rifugio adeguato dove partorire – ha detto la Lega Anti Vivisezione in un comunicato – contravvenendo a quanto espresso dalla normativa sugli zoo, che prevede che siano predisposte adeguate aree per le femmine in gravidanza o allattamento, proprio al fine di evitare situazioni di stress o sofferenza. Chiediamo per quale motivo lo zoo di Napoli non abbia ritenuto di dover spostare la madre prossima al parto in un’area idonea a questa situazione, né di prendere tutte le precauzioni necessarie per non mettere a rischio la vita dello gnu neonato, arrivando, di fatto, a sfiorare la tragedia sotto agli occhi dei presenti”.
Di diverso avviso il commento del direttore dello zoo Francesco Floro Flores, che ha riferito come il cucciolo sia in buone condizione e come non fosse possibile prevedere con esattezza la data del parto dello gnu.
Struttura priva di licenza
Lo zoo di Napoli non è nuovo ai fatti di cronaca. Secondo la denuncia della LAV, la struttura sarebbe priva di licenza.
E, in merito, il decreto legislativo numero 73 del 2005 parla chiaro: le strutture senza licenza non possano essere aperte al pubblico.
“Anche se lo zoo ha detto di aver avviato un percorso di riconversione, esso apre nuove strutture al pubblico prima che ne venga verificata l’idoneità da parte delle autorità preposte – ha aggiunto la LAV nel comunicato -. Chiediamo, dunque, al Ministero dell’Ambiente di intervenire sulle criticità e violazioni relative allo Zoo di Napoli che, peraltro, abbiamo già segnalato da diversi mesi senza mai ottenere risposta. Nonostante la sua posizione, la struttura continua ad acquisire nuovi animali, inclusi quelli appartenenti a specie particolarmente protette. Elefanti, foche, leoni, siamango, binturong e tanti altri animali sono arrivati nella struttura nel corso degli ultimi mesi”.
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