Capita sempre più spesso di vedere gli animali entrare anche nei supermercati.
Una scelta che fa discutere e che divide: c’è chi, infatti, è favorevole alla possibilità di poter essere accompagnato ovunque dal proprio quattro zampe e chi, invece, è contrario alla presenza degli animali in ambienti dove si vende il cibo.
E così, a livello locale, anche le normative sono divergenti: alcuni esercizi commerciali specificano chiaramente che gli animali non sono ammessi mentre altri, invece, incoraggiano la presenza dei cani persino con carrelli della spesa a loro dedicati.
Cosa prevede il Ministero delle Salute
Cosa dice la legge a riguardo? È davvero possibile stabilire di escludere un animale dal supermercato in maniera discrezionale?
Il Regolamento 852 del 2004 che riguarda l’igiene dei prodotti alimentari dice che: «Occorre predisporre procedure adeguate per controllare gli animali infestanti e per impedire agli animali domestici di accedere ai luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati ovvero, qualora l’autorità competente autorizzi tale accesso in circostanze speciali, impedire che esso sia fonte di contaminazioni».
Anche il Ministero della Salute, con una nuova nota, ha ribadito che i luoghi aperti al pubblico devono garantire l’accesso ad animali da compagnia, a meno che il divieto non costituisca l’unico modo di evitare rischi di contaminazione per gli alimenti.
Insomma, solo in casi specifici la presenza di animali potrà essere vietata.
Lav: «Risultato positivo»
Soddisfazione per la nuova normativa è stata espressa dalla Lav, la Lega anti vivisezione. «Si tratta di un risultato positivo, in linea con la sempre più diffusa sensibilità verso gli animali degli italiani che, secondo i più recenti dati Eurispes, convivono soprattutto con cani e gatti – ha detto l’associazione animalista -. Tuttavia riteniamo importante che venga discusso e approvato il disegno di legge di riforma del codice civile a riguardo. Il documento è stato presentato in parlamento nel 2008 e solo attraverso un chiaro intervento normativo sarà possibile evitare ulteriore confusione che deriva dalle differenti ipotesi interpretative».
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