Giovedì 30 novembre si aprirà negli Emirati Arabi Uniti la COP28, in un contesto difficile. Ci sono in corso due guerre, in Ucraina e in Medio Oriente, ma le criticità maggiori da affrontare saranno di carattere economico.
Come prima cosa dovranno essere ascoltate le voci del Sud del mondo che chiedono passi concreti verso la realizzazione delle promesse di finanziamento delle perdite e dei danni e attivare il fondo per fornire assistenza finanziaria alle nazioni più vulnerabili ai danni del cambiamento climatico. I riflettori sono puntati sulla realizzazione del fondo istituito dalla COP27, sull’aumento dei finanziamenti per il clima e su strategie economiche innovative per sostenere gli sforzi di adattamento.
Le trasformazioni possono essere realizzate solo quando a leadership e volontà politica si uniscono anche gli investimenti.
La mancanza di investimenti sufficienti infatti, continua a rappresentare un ostacolo importante per l’azione a favore del clima. Per raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, secondo le Nazioni Unite servirebbero dai 4 ai 6mila miliardi di dollari all’anno di investimenti nelle energie rinnovabili e nelle relative infrastrutture fino al 2030.
Il 28° incontro annuale della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, noto come Conferenza delle Parti, o COP, si preannuncia come il più grande di sempre. Il Paese ospitante, gli Emirati Arabi Uniti (EAU), prevede oltre settantamila presenze istituzionali e di delegazioni dei portatori d’interessi, come le comunità indigene e i rappresentanti delle aziende produttrici di combustibili fossili.
Ai colloqui parteciperanno anche l’inviato degli Stati Uniti per il clima John Kerry e il rappresentante speciale della Cina per il cambiamento climatico Xie Zhenhua, in rappresentanza dei due maggiori emettitori di gas serra al mondo.
La COP28 sarà ospitata a Dubai e presieduta da Sultan Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della compagnia petrolifera statale del Paese.
Il primo bilancio globale degli Accordi di Parigi del 2015
La transizione verso un’economia decarbonizzata dovrà fare i conti con la realtà e trovare soluzioni praticabili e non ideologiche, che altrimenti rischiano di rimanere proclami sulla carta, senza alcuna efficacia concreta.
Il vertice di quest’anno segnerà la conclusione del primo bilancio globale, la valutazione biennale dei progressi compiuti rispetto agli impegni assunti con l’Accordo sul clima di Parigi del 2015.
I risultati tecnici dell’inventario, resi noti lo scorso settembre 2023, hanno rilevato che i governi mondiali non sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti nell’Accordo di Parigi del 2015.
Che risultati ci si possono attendere dalla COP28?
Gli esperti ipotizzano che i negoziati della COP di quest’anno potrebbero vedere una spinta verso l’impegno a “eliminare gradualmente” le emissioni di combustibili fossili, con l’Unione Europea a guidare un potenziale accordo.
Tuttavia, secondo la maggior parte degli analisti, è improbabile che quest’anno a Dubai vengano fatte nuove promesse migliorative per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili.
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