Più che per le sue bellezze naturali e paesaggistiche, la Liguria ultimamente è salita agli onori della cronaca per i disastri provocati da un uso improprio, talvolta dissennato, del territorio.
A Punta Mesco, luogo incantato che separa l’insenatura di Levanto da quella di Monterosso, sta prendendo vita invece un progetto all’insegna della pace e della convivenza fra uomo e paesaggio.
È in quest’area che il FAI – Fondo Ambiente Italiano sta giocando una delle sue ultime sfide. Dopo avere ricevuto in donazione nel 2009 “Case Lovara”, 45 ettari di terreno comprendente tre fabbricati rurali, alcuni terrazzamenti un tempo coltivati con viti e olivi e una vasta fascia di macchia mediterranea, ha avviato un progetto per insediare una nuova attività agrituristica. Il sito, tra l’altro, rientra all’interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre.
La Fondazione ha già realizzato una prima pulizia dell’area, che era stata invasa dalla vegetazione infestante, ripristinato buona parte dei muretti a secco, piantato nuovi ulivi e avviato il recupero degli edifici presenti.
A conclusione dei lavori si insedieranno un’impresa agricola e un’attività ricettiva, improntate alla sostenibilità economica e ambientale: bioarchitettura, impiego di fonti rinnovabili, riciclo in situ dei rifiuti organici. Il primo lotto dei lavori, che si concluderà nella primavera 2016 con l’avvio delle attività turistiche, è reso possibile grazie al contributo di Fondazione Zegna.
Ma già ora chi transita nelle vicinanze di Punta Mesco, lungo il meraviglioso sentiero che da Levanto conduce a Monterosso (per chi ha gambe e fiato si può proseguire fino a Porto Venere, oltre dieci ore di cammino) attraversando un paesaggio straordinario con ampi scorci a picco sul mare, può toccare con mano la lenta rinascita del luogo. Buona fortuna, ce n’è davvero bisogno.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com