Si circondano di animali con la convinzione di poter garantire loro affetto e cure ma li detengono – spesso senza rendersene conto – in situazioni di grande carenza igienico-sanitaria.
Il fenomeno ha un nome, animal hoarding, ed è in costante crescita: da nord a sud si moltiplicano i casi di interventi di associazioni animaliste, impegnate per mettere i salvo gli animali e segnalare a chi di competenza le situazioni di forte degrado dei cosiddetti accumulatori di animali.
Perché spesso gli accumulatori di animali sono affetti da una particolare psicopatologia: il disturbo da accumulo compulsivo.
Il sequestro di Bologna
L’ultimo sequestro, in ordine di tempo, è quello compiuto nei primi giorni dell’anno a Valsamaggiore, in provincia di Bologna, dalle guardie zoofile dell’OIPA.
Qui dieci gatti vivevano letteralmente sepolti tra rifiuti e oggetti accatastati per casa, resti di cibo ed escrementi in un ambiente dalle condizioni igienico-sanitarie precarie.
Una situazione di grave degrado e di sofferenza per gli animali, come dimostrato anche dal video girato dall’OIPA all’interno dell’appartamento.
«Abbiamo trovato una situazione di serio degrado, sia per quanto riguarda gli animali sia per quanto riguarda la situazione familiare – spiega Paolo Venturi, coordinatore delle guardie zoofile dell’OIPA in Emilia Romagna – Sono molti gli interventi che effettuiamo nei confronti dei cosiddetti accumulatori di animali».
I gatti, prelevati e curati, sono ora custoditi presso il gattile di Anzola Emilia gestito dall’ENPA, mentre i provvedimenti per i due proprietari, che hanno rifiutato l’aiuto degli assistenti sociali, saranno valutati dalle autorità competenti.
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