Il mondo dell’ acqua regala continue novità e finalmente anche gli ambienti della ricerca scientifica accademica stanno cambiando approccio verso questo prezioso composto, smettendo di considerarlo un “semplice” solvente dove sciogliere i ben più importanti “principi attivi”. Si comincia, infatti, a indagare l’acqua come una sostanza dalle qualità proprie e irripetibili, in grado di svolgere funzioni che stiamo iniziando a comprendere davvero solo ora e probabilmente ancora in minima parte.
Due tipi di acqua
Notoriamente il corpo umano è composto di acqua per il 70-80% della nostra massa – a seconda dell’età dell’individuo – percentuale che può arrivare vicino al 99% come numero di molecole presenti: in pratica siamo una goccia d’acqua che cammina!
Una “notizia bomba”, per le implicazioni che potrebbe avere, è la recente scoperta che quella nei nostri tessuti non è tutta H2O! Infatti, secondo le ultime ricerche – condotte inizialmente dallo studioso di origini cinesi Gilbert Linge, poi divulgate soprattutto dal professor Gerald Pollack, dell’Università di Washington – nel corpo umano sarebbero presenti due tipologie d’acqua: la classica H2O (per circa il 60% dell’acqua metabolica) e, per il restante 40%, la H3O2, detta acqua endogena. Quest’ultima, che Pollack ha battezzato EZ Water (Esclusion Zone Water), è presente soprattutto all’interno delle cellule dove si presenta sotto forma di gel e con caratteristiche diverse dalla normale acqua: è più densa, più viscosa, più alcalina e le sue proprietà ottiche sono differenti. L’indice di rifrazione dell’acqua EZ è di circa il 10 % superiore a quella dell’acqua normale. La sua densità è maggiore anche del 10 % e soprattutto presenta una carica negativa (potenziale elettrico negativo), mentre H2O, come noto, è elettricamente neutra.
Questo aspetto, unitamente al fatto che l’acqua EZ avvolge tra l’altro i filamenti di DNA, sta aprendo interessanti prospettive per lo studio della comunicazione tra il nostro genoma e le cellule prima e i vari organi poi, tanto che Pollack ipotizza che proprio questa strana H3O2 possa essere il mezzo di collegamento tra il DNA e il mondo esterno, e viceversa.
Scienziati riuniti a Trieste
Insomma, sul tema acqua bollono in pentola (è proprio il caso di dirlo) tante novità. Per saperne di più e conoscere le ultimissime notizie parteciperemo all’importante Convegno Internazionale “Water for Unity: una goccia può cambiare il mondo” che si terrà a Trieste il 28 aprile e che vedrà la partecipazione proprio del professor Pollack e di altri importanti ricercatori come Yasuyuki Nemoto (che sta portando avanti con il metodo scientifico le famose intuizioni sulla “memoria dell’acqua” dello scomparso Masaru Emoto) o Wallace Nichols, paladino del “Blu mind”.
Per informazioni o iscrizioni (il Convegno è aperto a tutti previa registrazione) si può contattare info@waterforunity2018.it e www.waterforunity2018.it .
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