Nome
Airone guardabuoi (Bubulcus ibis)
Descrizione
Piccolo airone dal corpo piuttosto tozzo, con zampe, collo e becco relativamente corti. Appare complessivamente bianco se visto da distanza, ma presenta ciuffi di penne fulvo-aranciate lungo il vertice e alla base del collo.
Fenologia
Specie stanziale, può compiere movimenti di dispersione a corto raggio.
Habitat
Nidifica a bassa quota nell’area a clima mediterraneo caldo, in colonie su alberi bassi o arbusti. Appare meno legato agli ambienti acquatici rispetto agli altri aironi del Paleartico e frequenta molto spesso pascoli, steppe semi-aride, campi arati e altri ambienti agricoli, prediligendo i margini erbosi ai nuclei centrali delle zone umide, ma anche rive dei fiumi, torrenti, stagni, laghi, risaie, canali, lagune. Spesso segue i trattori al lavoro nei campi e mandrie di animali domestici durante il giorno e forma roost notturni in zone tranquille, spesso all’interno delle zone umide.
Distribuzione
Dagli originali areali africani, dalla metà del ‘900 la specie ha manifestato una forte fase di espansione, colonizzando altri continenti: Americhe, Asia meridionale, Oceania, Europa.
In Italia, la prima nidificazione della specie è avvenuta in Sardegna, nel 1985. Successivamente ha colonizzato altre aree ed è attualmente diffusa, con varie sub-popolazioni, in buona parte d’Italia, e la popolazione appare in netto incremento ed espansione di areale: è infatti aumentata da 1-2 coppie nel 1985 a 1.187 nel 2002. Situazione simile per quanto riguarda gli svernanti: Baccetti et al. (2002) riportano un incremento annuo del 35,2%, con una presenza per il 1991-1995 di 103 individui in 10 siti e di 606 in 54 siti per il 1996-2000; le maggiori presenze si osservano in zone umide attigue a pascoli costieri e planiziali che insistono su comprensori di bonifica.
Stato di conservazione
L’ Airone guardabuoi ha mostrato una vistosa espansione di areale accompagnata dall’incremento del contingente nidificante e svernante, in Italia e non solo. In Europa la specie ha mostrato largo incremento nel periodo 1970-1990, relativo sia alla popolazione nidificante che al contingente svernante, e moderato incremento della popolazione nidificante (ma largo incremento del contingente svernante) nel periodo 1990-2000 (BirdLife International 2004). Le fluttuazioni mostrate dalla specie, da mettere soprattutto in relazione ad inverni più rigidi della media, non destano preoccupazione.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
Il volume è:
– richiedibile qui: fauna@parcoticino.it
– scaricabile qui: https://ente.parcoticino.it/wp-content/uploads/2016/12/Atlante_Uccelli_Ticino.pdf
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