Siamo giunti al termine di un breve percorso che possa stimolare domande, dubbi, ricerche e curiosità. Con poche parole Vittorio Alfieri compie un ulteriore passo, anche rispetto a Foscolo.
Oh rara, oh celeste dote davvero; chi sappia ragionare ad un tempo, e sentire!
Vittorio Alfieri, Vita
Ci eravamo lasciati dicendo che una ragione calcolatrice potrebbe portare l’uomo a dimenticarsi di avere un cuore; eppure non possiamo vivere privandoci della nostra capacità di ragionare, quella sana intelligenza, cioè la facoltà di leggere tra le pieghe della realtà, altrimenti in questa nostra società, che spesso si rivela essere un’intricata giungla di disonesti e accalappia soldi, privi del ragionamento su ciò che avviene, saremmo perduti. Sono riflessioni interessanti, perché ci spingono a ricercare un equilibrio. Sentire è conoscere e siamo in un momento storico delicato, dal momento che i più sembra non vogliano sentire e si lasciano rubare la possibilità di conoscere senza accorgersene; allo stesso tempo sentire non significa privarsi della nostra mente e potremmo azzardare che mente e cuore debbano guidarci come due binari paralleli, come due guide, perciò noi dovremmo sempre ricordarci di crescere come un unico essere.
Risuonano così con un grande significato le parole di Alfieri ed è un messaggio su cui il poeta insisteva molto, anche in alcune sue lettere: non basta ragionare, occorre anche sentire e chi possiede queste capacità unite, è in possesso di una rara e celeste dote davvero. Questa è un po’ una strada che procede controcorrente, poiché nel nostro sistema sembra quasi che siano intelligenti solamente quelle persone che usino la ragione, che la esercitino e sviluppino fino ai massimi termini, tralasciando tutto ciò che è legato al sentire. Eppure senza i sensi come giungeremmo alla conoscenza? Senza i sensi la ragione troverebbe un modo per realizzarsi?
Basti pensare allo stupore: senza meraviglia l’uomo non avrebbe fatto un passo verso la conoscenza e anche se apparentemente potrebbe non sembrare, essa non è ancora passata di moda. Ancora oggi, nel mondo, chi vive con meraviglia resiste alle tentazioni della società di ridurre la propria esistenza a qualcosa di insipido e statico; potremmo aggiungere a tutte queste riflessioni che, proprio come per i bambini, sentire è conoscere, meravigliandosi.
Noi cerchiamo risposte a tutto e spesso le cerchiamo fra i libri e lo scibile umano, ma è probabile che una delle migliori risposte la si possa incontrare e vivere nel libro più aperto e disponibile che ci sia, la Natura. Alla fine di tutto il nostro discorrere, potremo tornare sempre a lei, come un fiume arriva sempre ad un lago o al mare; immersi in una foresta, in vetta ad una montagna o seduti su una spiaggia, scrutando l’orizzonte, avremo sempre l’occasione di sentire, ragionare, e comprendere (l’ordine dei verbi non è casuale) per poter scoprire con meraviglia che la conoscenza ci attraversa il cuore e la mente la assaporerà.
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