Piani di contenimento, interventi di controllo, abbattimenti, eradicazione: termini che, se associati a specie vegetali ma soprattutto animali, suscitano immediata e vivace (eufemismo) risposta da parte di un integralismo pseudoambientalista spesso e volentieri fuori luogo e foriero di gravi e pericolose conseguenze. Figurarsi quale potrebbe essere la reazione di animalisti e affini alla notizia che sono stati alunni di una elementare – classe di Perticato, a Mariano Comense (CO) – ad essere destinatari di un progetto didattico sulle specie esotiche infestanti e dannose, con tanto di precise descrizioni degli interventi più crudi e radicali. Il solito perdigiorno incline al melodramma potrebbe immaginare commossa e lacrimosa disapprovazione da parte di alunni e alunne di fronte alla sorte prevista per specie notoriamente amate come gli scoiattoli (quelli grigi e americani). Nossignori. Dimostrando sicura maturità e una bella capacità di sintonizzarsi sulle lunghezze d’onda della scienza, i nostri (alunni e alunne, non le specie alloctone) han sottoscritto e sposato in pieno le politiche individuate dagli organi competenti. Basti dire che l’unico commento accorato ha riguardato l’effetto serra: «poi col caldo tanti animali muoiono». Impagabile.
Nutria, scoiattolo grigio, gamberi americani, tartarughe di altri continenti: la lista è ormai ben nota a tanti per non dire ai più. Il naturalista e/o, va da sé, l’ecologista si vede sul campo. Ad organizzare l’attività il Parco della Brughiera Briantea. Scenario la zona della Cascina Mordina e degli omonimi Laghetti, in quel di Mariano Comense (CO). Come in tante aree dell’italico suolo – l’emergenza connota comunque quasi ogni dove sul Pianeta –, non mancano organismi vegetali di origine esotica ed infestanti. Magari non sono noti a tutti: una rapida panoramica può essere utile.
La quercia rossa: caratteristiche le foglie lobate: ma i lobi terminano a punta. Dove arriva nei boschi, riesce ad imporsi, e a cancellare tanta biodiversità. La specie arriva dall’America, portata dall’uomo, che ne vedeva di buon occhio la rapida crescita.
La fitolacca: c’è chi la apprezza per il colorante prodotto dalle bacche; ed è proprio per quello che venne importata. Invade soprattutto i margini delle aree a verde. Su tutti, in questo angolo della Brianza Comasca, si impone allo sguardo la pianta del fiore di loto. Qualche irresponsabile l’ha introdotta qui, nel Lago della Mordina, secondo alcuni con intento da vero e proprio teppista ecologico. Il risultato, con le parole degli alunni: “…ricopre quasi tutto lo specchio d’acqua…la nostra flora e fauna non hanno più spazi vitali… le nostre piante sono destinate a soccombere…”. Per chi volesse immergersi nelle nefandezze botaniche, si consiglia un giro nei boschi a ridosso del centro di Cabiate (CO), poco lontano da qui: alcuni volontari, con spirito condivisibile ma senza le minime cognizioni nel settore, han sparso di tutto, dal bambù al lauroceraso. Un bosco degli orrori: così lo chiama qualcuno. “Non si può fare niente?”, domandano i fanciulli. Il Parco Brughiera Briantea ha in mente da tempo di effettuare i dovuti interventi. Al solito, le casse non sorridono particolarmente.
Qualche tartaruga esotica fa capolino dalle rive della Zocca dei Pirutit, uno stagno di origine artificiale (ex-cava di argilla) in meda (MB). I nostri mica si impietosiscono. Eradicazione, è la parola d’ordine. Piccoli ecologisti crescono, e crescono bene.
Note a margine
Si ringraziano alunni e alunne, e docenti, delle classi 4° e 4B di Perticato (Mariano Comense, CO) per l’ottimo lavoro svolto sul campo e in aula.
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