È la carne più consumata e anche quella più economica. Ma il prezzo del pollo, venduto a basso costo sugli scaffali dei supermercati, lo pagano gli animali e i lavoratori.
Prezzo basso a tutti i costi
L’indagine sotto copertura condotta dall’associazione Essere Animali mostra cosa accade di notte nei grandi capannoni del Nord Italia, dove sono stipati migliaia di polli.
Gli infiltrati hanno documentato il momento del carico dei camion, quando gli animali sono spostati nelle gabbie metalliche per essere mandati al macello.
«Quando vengono caricati per essere mandati al macello, i polli sono trattati come se fossero oggetti, presi a calci e scaraventati nelle gabbie – spiega l’attivista -. In otto ore di lavoro abbiamo caricato 48 mila animali, dentro capannoni dove l’aria è irrespirabile».
Secondo il rapporto dell’INRA, su richiesta del Ministero dell’agricoltura francese, la raccolta manuale dei polli può causare lussazioni, fratture, emorragie e altre lesioni alle ossa e ai muscoli delle gambe. Un recente studio ha mostrato che 31,5% delle carcasse di pollo presentava lividi sulla schiena, sul torace, sulle gambe o sulle ali.
I ritmi di lavoro frenetici consentono di abbattere i costi di produzione della carne, con un sistema che causa gravi sofferenze agli animali e necessita di persone che svolgano “il lavoro sporco”, talvolta loro stesse sfruttate.
Chi lavora nei gironi infernali
Dalle indagini emerge che non sono solo gli animali a essere privati dei diritti, ma anche i lavoratori, in larga parte cittadini extracomunitari.
«I lavoratori non ricevono la formazione, obbligatoria per legge, sull’adeguata manipolazione degli animali e afferrano i polli per una zampa per poi lanciarli dentro la gabbia – spiega l’associazione -. Secondo le buone pratiche di carico, gli animali dovrebbero essere presi delicatamente per entrambe le zampe con una mano, mentre l’altra sostiene il petto, assicurandosi che non ondeggino o svolazzino».
Gestire un tale carico in così poco tempo richiede però ritmi da catena di montaggio «Il proprietario dell’allevamento guidava il muletto e io, con otto ragazzi stranieri, a caricare tutta la notte. Non pensavo esistesse un lavoro così faticoso e alienante – racconta l’infiltrato -. I polli? Non sono mai stato in un magazzino dove smistano merci, ma non credo vengano trattate con tanto disprezzo e noncuranza. Qui gli animali non hanno nessun valore, quello che interessa è finire il prima possibile e andare a dormire».
Consumo in crescita
Secondo i dati di Unaitalia, l’associazione di categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane delle carni e delle uova, il consumo di carne avicola è aumentato del 24% in 5 anni. I dati del 2017 mostrano che, in media, ciascun italiano consumava 21 chilogrammi all’anno di carne di pollo.
Tra i motivi del successo della carne bianca c’è indubbiamente il prezzo: nella grande distribuzione un chilogrammo di carne di pollo è venduto anche a meno di 5 Euro.
Non sono gli animali stupidi che si crede
I polli e le galline, a differenza di quanto comunemente si è portati a credere, non sono affatto animali poco intelligenti: sono molto socievoli e le loro capacità cognitive sono al pari di alcuni mammiferi e primati. Inoltre, hanno un linguaggio complesso, composto da differenti suoni per poter comunicare differenti situazioni e trasmettere – anche grazie alla loro buona memoria – informazioni da una generazione all’altra.
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