Quello trovato a sul lido di Ostia la scorsa settimana è l’ottavo capodoglio spiaggiato in Italia da inizio anno.
Un numero altissimo (la media annuale è di 2-3 cetacei spiaggiati nello stesso arco di tempo) e che obbliga a una profonda riflessione sullo stato di salute del Mare Nostrum.
Specie minacciata
Il capodoglio trovato sul litorale romano era in giovane individuo di sesso maschile.
L’IUCN, l’ Unione Mondiale Conservazione della Natura, classifica la sottopopolazione mediterranea della specie come in pericolo.
«Si tratta di una vera e propria emergenza per questi grandi cetacei, minacciati dalle collisioni con le navi, dall’inquinamento acustico, che è causato dal traffico marittimo e dai micidiali air guns utilizzati per le esplorazioni geosismiche, oltre che dall’invasione della plastica e dalla diffusione di possibili malattie» commenta il WWF.
Serve un indagine approfondita
Per capire cosa ha causato la morte di così tanti cetacei in un lasso di tempo tanto ristretto servono indagini approfondite.
«È necessario accertare in tempi brevi cosa abbia causato la morte di questi animali marini – conclude il WWF –. Ogni capodoglio che muore, soprattutto se si tratta di un individuo così giovane, è una perdita per tutta la ricchezza del Mediterraneo. I capodogli con la loro incredibile mole e i lunghi tempi di riproduzione sono un valore straordinario del nostro mare che dobbiamo prendercene cura in ogni modo, anche chiedendo eventuali moratorie circa le prospezioni petrolifere e la messa in atto di azioni urgenti di conservazione che mitighino l’impatto del traffico nautico».
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