Uno dei simboli legati all’antica Roma è senz’altro quelle delle corone di alloro che adornavano il capo di alte cariche militari in segno di onorificenza.
La sua storia è legata a numerosi racconti e leggende che la rendono a parer mio una pianta molto affascinante.
Simbolo di gloria e pace
Una di queste leggende vuole che Dafne, per sfuggire al corteggiamento di Apollo, chiedesse di mutare la sua figura e fu così che con un tocco si trasformò in lauro.
I Greci, invece, consacrarono questa pianta ad Apollo, dio della musica, della poesia e delle arti in genere.
In Grecia come a Roma, divenne sinonimo di pace e vittoria.
Per i romani l’alloro era un simbolo di successo e nobiltà poiché simboleggiava gloria, potenza e il predominio in tutti i campi. Per questo venivano intrecciati i suoi rami per farne corone con cui si incoronavano gli imperatori.
Questo uso si è poi protratto nel medioevo e con i suoi rami ornati di bacche, si incoronava il capo dei nuovi dottori in medicina, pratica per la quale prese piede la parola italiana “laureato” per onorare tutti coloro che conseguivano un titolo universitario.
L’alloro dal punto di vista botanico
L’alloro è un piccolo albero, o arbusto, con un’altezza variabile fra i 10 ed i 20 m, poco longevo. È una specie sempreverde con una chioma di forma piramidale folta e densa.
Il tronco è eretto, liscio e fortemente ramificato con una corteccia che in un primo momento assume un colore verde e poi vira verso un colore brunastro.
Le foglie sono intere, coriacee, disposte in modo alterno con la pagina superiore lucida (dovuta alla secrezione di strati cerosi al fine di limitare la traspirazione in giornate troppo calde tipiche del clima mediterraneo), non presentano peluria e il margine è ondulato. Il colore è verde scuro nella pagina superiore, mentre la pagina inferiore è di un verde chiaro e opaco.
L’alloro è una pianta dioica con fiori che presentano un colore bianco-giallastro, profumati e riuniti in piccole ombrelle di 4 o 5 fiori all’ascella fogliare.
I frutti sono delle drupe ovoidali di colore nero che contengono un solo seme sferoidale.
L’alloro sembra che sia stato introdotto in Italia in tempi remotissimi dall’Asia Minore, e oggi è una delle piante caratteristiche della macchia mediterranea. Molto probabilmente è pianta spontanea solamente nelle isole, altrove naturalizzata, anche se si riproduce spontaneamente.
È una specie mesofila (cioè un organismo che ha una temperatura di crescita ottimale fra 24-25 gradi in ambiente umido) che vive in climi caldo-umidi e predilige un terreno umido e ricco. Teme il vento forte e climi troppo rigidi, pertanto l’habitat ideale sono gli ambienti costieri e con una altitudine compresa 0 e 800 metri sul livello del mare.
A Roma è utilizzato soprattutto come siepe in parchi e giardini. Tuttavia, spostandosi in zone costiere dove sono presenti numerosi parchi, lo si trova spontaneamente in associazione con il leccio, a costituire uno degli elementi tipici della Macchia mediterranea.
Una pianta affascinante con una storia antica e indissolubilmente legata a quella di Roma.
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