Questa volta non parlo del rapporto con i nostri fedeli amici. Desidero riflettere a proposito di un argomento che mi sta molto a cuore: il festival di Yulin.
Come tutti saprete questo festival è interamente dedicato alla carne di cane e viene celebrato annualmente: inutile soffermarci a descrivere gli orrori perpetrati per tutta la durata del festival già descritti in questo articolo. Quello sui cui desidero riflettere, è il motivo per cui questi atti vengono compiuti. Cosa spinge un torero ad affrontare e uccidere un toro? Che cosa spinge delle persone a far correre dei cavalli fino allo stremo in luoghi inadeguati? La risposta è una soltanto: la tradizione.
Quello di Yulin è solo uno dei molti e tristi esempi di crudeltà e violenza messi in atto per una ostinata osservanza di questo fattore culturale. Questi tempi, tuttavia, richiedono un sostanziale e repentino cambiamento di rotta. Possibile solamente se saremo in grado di accantonare le tradizioni e vedere cosa si nasconde in un cane, in un toro e in qualunque altro essere vivente animale o vegetale che sia.
Mi interessa capire e raccontare cos’è un cane, come comunica e quali sono i suoi sentimenti: perché credo fortemente che conoscere sia l’unico modo per capire, e capire è il primo passo per amare. Dobbiamo amare (e prima comprendere, e prima ancora imparare a capire) tutto ciò che ci circonda e non darlo mai per scontato, uccidere e perpetrare violenze per tradizione (o divertimento) ci sta distaccando sempre di più dal mondo in cui siamo inseriti, creando un divario fra noi e la Natura che, presto o tardi, diverrà troppo grande e irrecuperabile.
Il suggerimento che rivolgo a tutti è di essere incuriositi dal mondo in tutta la sua complicata e sconfinata bellezza. Diventiamo promotori del cambiamento, comunichiamo con un cane, ascoltiamo il rumoroso silenzio di un bosco e poi diffondiamo agli altri queste scoperte. Se percorreremo questa strada, tradizioni come quella di Yulin ci sembreranno solo vecchi ricordi, qualcosa da scrollarci di dosso e infine…da dimenticare.
“L’amore è un’empatia profonda con l’Essenza dell’altro. Tu riconosci te stesso, la tua essenza, nell’altro. E così non infliggerai più sofferenza all’altro”. Eckhart Tolle
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