Da quando il Falco pescatore è stato reintrodotto in Italia, ormai una ventina di anni fa, le nidificazioni sono progressivamente aumentate e proprio di recente sono usciti i nuovi dati relativi agli involi. La situazione è davvero positiva al punto che il progetto di reintroduzione partito nel 2004 prosegue con il Progetto Falco Pescatore Italia 2023-2025. Nel progetto sono coinvolti Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Parco Regionale della Maremma, Oasi WWF della Toscana costiera, Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Parco Regionale di Porto Conte, Parco Nazionale dell’Asinara.
Il falco pescatore (Pandion haliaetus) è una specie di rilevante importanza conservazionistica, inserita nell’appendice 1 della Direttiva Europea sulla conservazione degli uccelli selvatici. Relativamente comune in Nord America e Nord Europa, in Mediterraneo è presente con un numero limitato di coppie e su scala regionale è considerata una specie in pericolo. Come in Corsica, dove la popolazione risulta in declino.
Storicamente presente in Toscana, Sardegna e Sicilia fino agli anni ’60, in Italia la specie ha smesso di essere considerata estinta come nidificante nel 2011 proprio grazie al Progetto Falco pescatore.
Il progetto va avanti
Il progetto Falco pescatore Italia, che il prossimo anno compirà 20 anni e che si protrarrà fino al 2025, ha lo scopo principale di ricostituire una popolazione vitale di falco pescatore nel nostro paese e ad oggi ha permesso il raggiungimento di risultati eccezionali. Partito con il trasferimento dalla Corsica di 33 giovani rilasciati tra il 2006 e il 2010, ha registrato la prima nidificazione in Italia nel 2011. Da quell’anno al 2022 sono stati 41 i casi di nidificazione con 120 uova deposte, 85 falchi nati e 72 involati. Un enorme successo!
Il 2023 si configura indubbiamente come l’anno dei record per i falchi pescatori italiani. Il numero degli involi, infatti, è giunto a eguagliare quello del 2022, con ben 12 giovani che hanno spiccato il volo, ma in base ai dati dello scorso ottobre, rispetto all’anno scorso sembra che sia notevolmente migliorata la sopravvivenza. Infatti, dei 12 involati nel 2022 sappiamo che ad oggi sono sopravvissuti con centezza solo 3 individui.
Al contrario, per quanto riguarda gli involati del 2023, non sono state registrate né morti confermate né morti probabili. Al momento, ci sono 2 individui con dispositivi GPS che non trasmettono, ma ben 10 sono sicuramente vivi.
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