Le popolazioni dell’Antico Egitto avevano tratti in comune con le popolazioni del Medio Oriente ed erano molto più vicini ai popoli europei e anatolici rispetto alla popolazione egiziana attuale.
A dirlo è un imponente studio che ha sequenziato il DNA di 90 mummie, vissute tra il XIV e il V secolo avanti Cristo.
Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communication, il DNA mitocondriale delle mummie presenta importanti tratti riconducibili alle popolazioni che abitano gli attuali stati di Giordania e Israele.
Per contro, la popolazione egiziana moderna presenta maggiori tratti in comune con le popolazioni centro africane che con quelle del Medio Oriente.
La risposta da denti e ossa
«Metà delle mummie che abbiamo studiato presentava un buon grado di conservazione – ha spiegato il co-autore dello studio Johannes Krause dell’Università tedesca di Jena -. Sequenziare il profilo genetico delle mummie non è mai facile e in passato gli studi avevano dato risposte parziali».
Gli scienziati hanno ricavato il DNA mitocondriale – vale a dire quello trasmesso dalla madre – dai denti e dalle ossa di 90 mummie custodite nei musei di Tubinga e Berlino. Le mummie, però, presentavano una caratteristica in comune: erano tutte sepolte ad Abusir el-Melek, località a 100 chilometri a sud del Cairo.
Contatti col Levante
Ma come mai le popolazioni dell’Antico Egitto erano così vicine a quelle mediorientali? Forse, in quel periodo, le migrazioni dal Levante erano più frequenti di quanto fin’ora ipotizzato. La risposta però non chiude l’interrogativo. «Questo studio ha dato il via alle ricerche sul DNA delle popolazioni egizie – ha concluso il ricercatore -. Siamo solo all’inizio e c’è ancora tanto da scoprire».
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