L’importanza dell’acqua per la sopravvivenza sulla Terra ormai è un dato di fatto, anche se spesso è bene ricordacelo. È curioso pensare che la percentuale dell’acqua sul nostro pianeta è quasi corrispondente alla percentuale dell’acqua nel corpo dell’essere umano: chi proprio dovesse aver bisogno di spiegazioni scientifiche sulla necessità di vivere in simbiosi con la Natura, può senz’altro partire da qui.
Molte volte ci dimentichiamo di ringraziare questo elemento naturale che dà vita, sostentamento, freschezza e tanto altro; dovremmo render grazie per le abbondanti piogge che portano acqua, mentre si è soliti maledire la pioggia dopo mezza giornata, per poi maledire il caldo sole dopo due giorni ed invocare l’acqua dall’alto. Per questo bisognerebbe sempre essere grati per i giorni di pioggia che possiamo avere, perché negli ultimi anni nulla è scontato.
Sappiamo fin troppo bene che quando si vuole aiutare una persona o un popolo, non vi è nulla di meglio dell’empatia, provando a vestire i panni degli altri e sentire con loro; occorre il medesimo passaggio anche con la Natura ed è quello che riesce ad ottenere Antonia Pozzi nella sua poesia Acqua alpina. Il titolo ci porta già ad una freschezza che appartiene solo alle vette, perciò si parla di un’acqua pura, ma la poetessa compie un ulteriore passo, cercando di immedesimare la propria gioia in quella di un’acqua sorgiva che scorre dalle cime dei monti e attraverso i pascoli giunge alle pianure.
Acqua alpina
Gioia di cantare come te, torrente;
gioia di ride
sentendo nella bocca i denti
bianchi come il tuo greto;
gioia d’esser nata
soltanto in un mattino di sole
tra le viole
di un pascolo;
d’aver scordato la notte
ed il morso dei ghiacci.
(Breil) – Pasturo, 12 agosto 1933
La gioia, uno stile di vita sempre più raro nelle nostre società consumistiche che offrono solo frustrazioni e delusioni da riparare solamente con altri acquisti. Mentre la Natura offre certezze.
Tramite alcune personificazioni, Antonia Pozzi riesce a diventare quell’acqua alpina e sentire la stessa gioia; in particolare viene alla luce la gioia di vivere, una vitalità che solo l’acqua è in grado di trasmettere, proprio come il suono e il canto di un torrente, che, senza sapere come e perché, si trova a sgorgare da una sorgente soltanto in un mattino di sole / tra le viole / di un pascolo. La gioia è talmente grande e contagiosa che fa scordare la notte / ed il morso dei ghiacci, quasi a dire che tramite la gioia noi possiamo purificare il nostro presente dai dolori del passato, lasciarci alle spalle delusioni e sofferenze, anzi, superarle, esattamente come fa l’acqua con i vari balzi in montagna, superando le difficoltà degli elementi naturali.
Conviene sempre la poesia perché conviene sempre la gioia di vivere, quella stessa gioia che la Natura tanto difende e diffonde, senza chiedere nulla in cambio se non di amarla e viverla. Lo sapeva benissimo anche Antonia Pozzi, che amava così tanto la Natura da trasmetterci un elemento chiave per il vero benessere umano: la gioia d’esser nata.
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