«Mi chiamo Apache, ho dieci anni e da tre sono il collaboratore di Benjamin. Ma lo seguo da sempre.
Non è la prima volta che Ben ed io percorriamo queste piste e spero non sarà nemmeno l’ultima. La prima volta c’era anche la mamma. Mi tenne d’occhio per tutto il viaggio fino a Boston, terrorizzata dall’idea che potessi perdermi o addirittura essere schiacciato da qualche capo di bestiame!
Il tragitto è lungo ma questo fa parte del mestiere. La mandria deve avere sempre a disposizione un pascolo nutriente e questo ci spinge a spostarci di continuo, da Est ad Ovest e viceversa, nell’arco dell’anno; siamo sempre in viaggio. Del resto, Il verde intenso dei pascoli ed il blu del cielo sono i colori che abbiamo scelto e né io né tanto meno Ben, ce ne siamo mai pentiti. Gli esseri come noi hanno un demone dentro che li spinge, sempre e comunque, verso infiniti spazi aperti. Una necessità fisica e mentale di guardare a trecentosessanta gradi e non trovare mai niente di più vicino dell’orizzonte. Spazio, distese, oceani di erba sfiorati dal vento che ne plasma la superficie, modellandoli con onde continue. E il silenzio. L’autunno ingiallisce i pascoli e accende le foreste di fuochi color oro mentre l’inverno cristallizza i paesaggi sotto coltri di nebbie lattiginose. In inverno è più dura. Basta rallentare per un qualsiasi motivo e si perde il momento adatto per attraversare un valico, un fiume, un passaggio difficile. Ci si può anche ritrovare, senza volerlo, nel bel mezzo di un uragano o di una bufera di neve. Non è sempre facile prevedere le perturbazioni ed a volte perdere dei capi è un attimo. Noi, anno dopo anno, attraversiamo tutto questo, in cerca dell’eterna primavera.
Le giornate sono faticose ma la sera si ferma tutto. Ben è fantastico! Dà da mangiare ai cani, accende il fuoco, canta e cucina! Beh, non si parla certamente di nouvelle cuisine: le ricette devono essere veloci, frugali ma sostanziose. Solitamente si arrangia con quello che troviamo nei campi a cui aggiunge la carne delle prede che siamo riusciti a cacciare. Generalmente pesce, coniglio, altri piccoli mammiferi o capre selvatiche.
Ovviamente cucina solo per sé, non per me! Io sarei definibile come “vegan”, se fossi della sua stessa specie. Con il fatto che mangio tutto il giorno (e sono l’assaggiatore ufficiale del pascolo, una sorta di responsabile della qualità!) alla sera sono contento se c’è un po’ d’avena, che mi scalda e mi dà energia. Altrimenti il mattino dopo dove la trovo la forza di caricarmi Ben sulla schiena e scorrazzarlo avanti e indietro per la prateria ;)?
Mi chiamo Apache, ho dieci anni e sono un cavallo della nobile razza Appaloosa».
Lo spezzatino di Benjamin Taylor (fave, piselli e carne trita)
Ingredienti
Occorrente per 4 persone:
2 tazze di piselli (freschi o surgelati)
2 tazze di fave (fresche o surgelate)
3 hg di carne trita bovina
1/2 bicchiere di olio extravergine d’oliva
1 spicchio d’aglio
1 dado da brodo
Preparazione
Si tratta di un piatto unico rustico, ma sostanzioso e particolarmente saporito.
Mettere tutti gli ingredienti a freddo in una casseruola antiaderente e aggiungere acqua fino a coprire appena il tutto. Mettere il coperchio e far cuocere a fuoco lento per un’ora, dopodiché scoperchiare e far asciugare lo spezzatino a piacere. Aggiustare di sale e servire.
Se si dispone di una pentola a lenta cottura:
Mettere tutti gli ingredienti nella pentola con solo 1/2 bicchiere d’ acqua scarso, dato che il composto si cuocerà con l’umidità già contenuta naturalmente nei cibi. Mescolare di tanto in tanto.
La cottura impiegherà 3-4 ore, ma la ricetta risulterà più gustosa.
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