La polizia thailandese ha arrestato uno dei più grandi trafficanti di animali esotici, sospettato di aver gestito la maggior parte del contrabbando in Asia negli ultimi dieci anni. Boonchai Bach – questo il nome del 40enne thailandese di origini vietnamite che usava, però, anche altri nomi (Bach Van Minh – Bach Mai Limh) – è stato fermato giovedì 18 gennaio nel Nord-Est del Paese, nella provincia di Nakhon Phanom, vicino al fiume Mekong.
Boonchai Bach è coinvolto, insieme con la sua famiglia, nel traffico di avorio, tigri, leoni e altre specie a rischio di estinzione.
L’episodio che lo ha incastrato risale al dicembre scorso: è accusato del contrabbando di 14 zanne di rinoceronti provenienti dall’Africa, ma il valore del traffico criminale, perpetrato nel tempo con la complicità di un funzionario locale e di un cittadino cinese, è stimato in oltre un milione di dollari.
La Thailandia è un paese di transito per il traffico di animali esotici, soprattutto verso la Cina, ed è considerata il più grande mercato illegale di avorio del mondo. Grazie alla forte pressione internazionale, dal 2015 è però entrata in vigore una legge che punisce questi traffici e, ora, si cominciano a vedere i primi risultati.
La mafia dell’avorio
Steven Galster, fondatore dell’organizzazione Freeland contro il traffico illegale di animali e il contrabbando di avorio, con base a Bangkok, ha così sottolineato il ruolo del criminale: «È come se fosse stato arrestato uno dei Corleonesi» riferendosi alla nota fiction televisiva sulla mafia.
Boonchai Bach e suo fratello maggiore (noti come “Bach Brothers”) sono considerati due figure chiave nell’organizzazione criminale responsabile della decimazione di molte popolazioni di animali minacciate e, finora, sembravano “intoccabili”. Ma, grazie all’attività dell’organizzazione Freeland che ha operato al fianco della polizia tailandese per smascherare i funzionari corrotti, l’impunità sembra essere finita. Il maggiore dei due fratelli Bach, intanto, sembra che sia fuggito all’estero.
La via dell’avorio
La spedizione di zanne di dicembre è stata scoperta a bordo di un volo cargo proveniente dall’Etiopia, grazie all’ispezione con i raggi X. Ma la polizia ha lasciato proseguire il carico contrabbandato, riuscendo così a smascherare il funzionario della dogana compiacente e un parente di Boonchai Bach, destinatario della spedizione.
I fratelli Bach sono accusati di essere a capo della “piovra” criminale che organizza il traffico internazionale di specie protette verso i mercati di Laos, Vietnam e Cina, dove alcuni organi di questi animali sono considerati, senza nessuna evidenza scientifica, curativi o “magici” dalle pratiche della medicina tradizionale locale. Il valore al mercato nero di un chilo di zanne di rinoceronte è di circa 100mila dollari. Ogni anno, più di mille rinoceronti sono uccisi in Africa dai bracconieri. Il contrabbando internazionale di animali è il terzo più lucrativo traffico illegale dopo quelli della droga, dei migranti e delle armi. È stimato in 23 miliardi di dollari l’anno e le leggi internazionali per contrastarlo sono spesso inadeguate.
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