Se gli uomini potessero contare sull’apparato uditivo dei barbagianni non esisterebbero più apparecchi meccanici per amplificare le capacità uditive degli anziani.
Una recentissima ricerca condotta da un team tedesco dell’Università di Oldenburg ha pubblicato i risultati davvero sorprendenti di un intenso monitoraggio sulle capacità uditive dei barbagianni raffrontate con altri volatili e con gli esseri umani.
Gli Strigiformi, e quindi anche i barbagianni, sono animali che mostrano capacità uditive uniche nel loro genere poiché riescono a decifrare il punto di provenienza del suono grazie ad una esclusiva asimmetria dei canali uditivi, ma la sorpresa che emerge dallo studio è correlata con l’efficienza dell’apparato uditivo che non mostra segni di usura del tempo.
Infatti, i barbagianni sono in grado di rigenerare le cellule nei loro canali uditivi, al contrario dell’essere umano che all’età di 65 anni può perdere mediamente anche 30 decibel di sensibilità nel decifrare le frequenze sonore.
Sebbene i barbagianni vivano in natura meno a lungo degli uomini, è stato dimostrato che tra giovani e vecchi barbagianni non esiste alcuna differenza nella capacità uditiva, grazie a questa loro inattesa e prodigiosa capacità rigenerativa delle cellule.
Georg M. Klump, uno dei ricercatori tedeschi, afferma che questa capacità nei barbagianni potrebbe aprire nuove possibilità nella cura e prevenzione della perdita di udito negli esseri umani, tenendo presente che alcuni lavori ed esposizioni costanti a rumori e suoni possono danneggiare le nostre capacità.
Ancora una volta la natura potrebbe risolvere i problemi del genere umano. Chissà se questa soluzione ai problemi uditivi arriverà dal principe della notte, il barbagianni.
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