Con questa foto faccio un tuffo nel passato, poiché risale al 2009, ultimo anno di una grande calata di beccofrusoni nel nord Italia. Negli anni successivi alcuni gruppetti sono stati avvistati in alcune regioni settentrionali, ma non certo con i numeri del 2009 a Collalbo e del 2005 sull’altopiano del Renon, in provincia di Bolzano.
Il beccofrusone nidifica nelle foreste nordiche e saltuariamente si sposta con grandi stormi nelle regioni settentrionali dell’Italia, soprattutto Trentino-Alto Adige e Lombardia, ma anche Piemonte e Veneto. Il beccofrusone è un migratore parziale e una parte della popolazione rimane nei quartieri di nidificazione, mentre l’altra compie spostamenti più a sud in inverno. Solitamente i quartieri invernali arrivano fino alla Svezia e alla Danimarca e possono interessare anche Paesi dell’Europa centro settentrionale. Calate ancora più a sud, come abbiamo detto, sono davvero sporadiche. I motivi delle invasioni di massa dei beccofrusoni non sono completamente note, ma sembra che la carenza di cibo negli areali abituali portino la specie a migrare, soprattutto dopo stagioni riproduttive positive. Questo bellissimo e variopinto volatile si ciba soprattutto di frutti e bacche, comprese quelle ornamentali. Nei centri abitati, infatti, dove arrivano i beccofrusoni, in breve tempo gli alberi con le bacche vengono completamente spogliati. La bellezza del beccofrusone è davvero incomparabile; gli inglesi lo chiamano Waxwing, “ali di cera” e i tedeschi Seidenschwänze, “coda di seta”, a significare la compattezza del piumaggio. Per un fotografo, naturalmente, rappresenta un soggetto ambitissimo, ma credo che qualsiasi amante della natura non rimanga indifferente davanti a questa meraviglia. Il beccofrusone è molto confidente ed è possibile fotografarlo a pochi metri di distanza, mentre nei centri urbani è intento a spogliare sorbi e altri alberi ornamentali. La foto che vedete è stata scattata nei pressi del campo sportivo di Collalbo, dove una schiera di fotografi si era piazzata nei pressi dell’unico albero che ancora aveva poche bacche da offrire.
Come è stata scattata la foto
Ho scattato con un 300 mm faticando non poco con la giusta esposizione, perché l’esposimetro era influenzato dal chiarore dello sfondo dovuto dalla neve.
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