Due bracconieri – padre e figlio in possesso di una regolare licenza di caccia – sono stati fermati dagli agenti della Polizia Provinciale di Bergamo mentre erano intenti a cacciare caprioli e cinghiali nella Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF di Valpredina, tutelata anche come Oasi di Protezione della fauna e istituita dalla Provincia di Bergamo, tra i comuni di Pradalunga e Cenate Sopra.
I due uomini, colti in flagranza di reato, non hanno potuto opporre resistenza al fermo. Quanto scoperto successivamente dai militari fa supporre che i due bracconieri fossero soliti andare a caccia nell’area protetta. La perquisizione di una cascina non distante dal luogo del fermo ha mostrato come i due usassero l’edificio rurale come deposito per le munizioni. Inoltre, le armi stoccate nel casolare sono risultate essere detenute senza le adeguate cautele di custodia.
Il materiale sequestrato è ora a disposizione degli inquirenti; per i due si configura un quadro serio: i reati ipotizzati sono molteplici e vanno dall’introduzione di armi in area di riserva naturale all’esercizio di caccia in zone di divieto, in giorno di silenzio venatorio e nelle ore notturne, arrivando fino alla detenzione illegale di munizioni e alla mancata custodia di armi da fuoco.
Trovate teste e carne di caprioli e cinghiali
A casa dei due bracconieri gli agenti della Polizia Provinciale hanno trovato i frutti delle battute di caccia. In un congelatore erano, infatti, conservati crani e carne di capriolo e cinghiale, oltre a 150 uccelli tra i quali alcuni appartenenti a specie protette come frosoni, fringuelli, pettirossi. Ma non solo: nella casa è stata trovata anche la pelle di una femmina di capriolo da poco scuoiata.
Infine, sono state rinvenute anche alcune armi che non erano state denunciate.
Il WWF si costituirà parte civile
L’associazione ambientalista che ha in gestione la riserva ha definito il fatto «Una gravissima ferita inferta all’area protetta» e ha annunciato l’intenzione di volersi costituire parte civile nel processo a carico dei due cacciatori. «Quanto scoperto dimostra che cacciatori e bracconieri spesso coincidono: ci auguriamo che le Associazioni venatorie, in primis quelle bergamasche, condannino duramente i fatti, espellano i due e si costituiscano parte civile», ha detto Paola Brambilla, delegata per la Lombardia del WWF Italia.
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