Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sardegna ha parzialmente sospeso la stagione di caccia sull’Isola.
In particolare, è stata fermata la caccia al coniglio selvatico.
La decisione è stata presa dal TAR dopo il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste che contestavano il calendario venatorio per la specie approvato dalla Regione.
900mila conigli da abbattere
A essere contestato e anche il numero di animali cacciabili.
La legge regionale, infatti, aveva previsto un prelievo di 25 capi per ciascuno dei 35.987 cacciatori sardi.
Un numero considerato spropositato dalle associazioni. «È stato autorizzato un assurdo e inaccettabile carniere potenziale complessivo di ben 899.675 capi abbattibili – spiegano WWF e Grig (Gruppo di Intervento Giuridico Onlus), promotrici del ricorso al TAR –. Forse così tanti conigli neppure esistono in Sardegna».
La caccia, dunque, sarà sospesa fino alla seconda metà del mese di ottobre, poi spetterà al Tribunale Amministrativo pronunciarsi nuovamente.
Caccia nel centro del mirino
Se la caccia al coniglio selvatico è stata sospesa, le associazioni per la tutela degli animali hanno chiesto che tutto il calendario della stagione venatoria sarda venga rivisto.
A seguito dell’uccisione di una rara Aquila del Bonelli – specie in via di reintroduzione sull’isola – la Lipu ha chiesto al Governo di chiudere definitamente la stagione venatoria sull’Isola.
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