A dieci anni dal sisma che ha piegato L’Aquila, il Club Alpino Italiano riapre la propria sede, pesantemente danneggiata durante il terremoto del 2009.
E ritorna in città conquistando la “zona rossa”: il CAI è, infatti, la prima associazione cittadina a rioccupare gli spazi urbani del centro storico, altrimenti destinati all’abbandono e al degrado.
«In questo senso, la riapertura di punti di aggregazione, soprattutto nel centro storico, assume un significato profondo e un’importanza particolare per l’intera cittadinanza: come una pianta pioniera, il Club alpino rioccupa spazi sottratti all’uomo dalla furia della natura e dalla leggerezza con la quale, per secoli, si è intesa la sicurezza, fra le proprie mura, dei cittadini», ha spiegato nel corso dell’inaugurazione il Presidente della Sezione CAI dell’Aquila Vincenzo Brancadoro.
Ad Amatrice la Casa della Montagna
Ad Amatrice, invece, è stata posata la prima pietra della Casa della Montagna, un progetto che sta prendendo vita grazie al Club Alpino Italiano e ad Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze).
L’iniziativa ha visto la luce grazie a specifiche sottoscrizioni aperte dopo il sisma del 2016 che ne hanno consentito il finanziamento e la realizzazione.
«Si tratta del primo edificio frutto della generosità del volontariato nel paese di Amatrice dopo il terremoto – spiega Vincenzo Torti, presidente generale del CAI –. Con questa prima pietra ricomincia la ricostruzione del centro di Amatrice, grazie alla generosità dei nostri Soci, di quelli di Anpas e di tutte le persone che hanno donato un proprio contributo. Il CAI non è solo escursionismo, alpinismo e arrampicata: siamo presenti dove c’è amore per la montagna, per la sua cultura e per la voglia di stare insieme. È bello che dopo il dramma ci sia la fede che insieme si possa fare molto».
Punto di aggregazione
La Casa della Montagna sarà un luogo ricreativo, sociale e culturale, con al suo interno una palestra per l’arrampicata, zone di informazione, e soprattutto di divulgazione della cultura della montagna e delle attività ad essa legate.
La struttura sorge dove un tempo c’era la scuola elementare, distrutta dal terremoto.
E, proprio durante i lavoro, tra i sassi è comparsa anche la statuetta del Gesù Bambino impiegato dagli alunni per la realizzazione del presepe.
Un piccolo miracolo di Natale per un territorio che prova a rinascere.
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