Quando vado in montagna, gli aspetti che mi rendono più felice sono la natura, il paesaggio e la storia. L’ultimo, ma non meno importante, aspetto delle mie motivazioni è quello che reputo sempre più affascinante, ovvero la storia dei luoghi. Sapere cosa è successo in quel posto di montagna, su quei sentieri o in quel rifugio mi riempie sempre di una grandissima curiosità. Solitamente, prima di partire, ci si documenta sul numero del sentiero da percorrere, le difficoltà tecniche, i rifugi presenti e i punti d’acqua, ma quasi mai sulla storia dei luoghi. Per me nasce sempre spontaneo chiedermi: “Ma lì cosa è successo?”; “Perché quel sentiero è proprio lì?”. Una bella e sana curiosità storica.
Il sentiero di cui vi parlo oggi è il Sentiero dei Fiori che si sviluppa dal Passo Castellaccio al Passo Pisgana sul massiccio dell’Adamello. Questo sentiero ricalca esattamente l’alta via che gli Alpini Italiani tracciarono durante la Prima Guerra Mondiale lungo le creste dei 3.000 m dell’Adamello per difendere e proteggere la patria. Questa rappresentava la prima linea di trinceramento con avamposti, posti di osservazione, ricoveri, gallerie, passatoie e ponti sospesi.
Il mio sentiero preferito
Per raggiungere il Sentiero dei Fiori bisogna raggiungere il Passo del Tonale e prendere la funivia che porta al Passo Paradiso (2590 m); da qui si prosegue agilmente lungo il sentiero 44 che, deviando a destra su di un ghiaione, ci porta al Passo Castellaccio. Fin qui tutto bene, un avvicinamento tranquillo concluso al Passo con una vista mozzafiato sulla conca di Pontedilegno, sul Ghiacciaio del Pisgana e su magnifiche cime.
Dal Passo tutto cambia: da semplice sentiero si riparte per un lungo percorso ferrato, tecnicamente non difficile, ma da approcciare con il giusto rispetto e in sicurezza. Obbligatorio il kit da ferrata con caschetto, imbracatura e rimandi per assicurarsi alle funi tese nei punti esposti.
Divertente, spettacolare e dinamica… la camminata si aprirà davanti a voi come non ve lo sareste mai aspettati: passerelle, funi, catene, gallerie e passatoie disposte a strapiombo lungo cenge molto esposte. Dopo una camminata elettrizzante si raggiunge una galleria lunghissima (70 m) e buia (è utile una torcia): la galleria del Gendarme di Casamadre. Questa galleria è stata costruita in brevissimo tempo dagli alpini per facilitare lo spostamento dei militari e delle munizioni. Questa galleria è il passaggio alternativo per chi non se la sente di percorrere due spettacolari passerelle in acciaio sospese di 55 e 75 m, che ricalcano quelle in legno costruite con il sacrificio degli alpini durante la guerra.
Il Sentiero dei Fiori prosegue, sempre spettacolarmente con passaggi anche verticali, fino al bivacco Amici della Montagna posto a 3149 m (detta Capanna Faustinelli): questo luogo era un piccolo baraccamento di guerra a ridosso della montagna, recuperato e ora adibito a bivacco con caldaia e un paio di posti letto. Da qui si possono ammirare i massicci circostanti come l’Adamello, i gruppi della Presanella, dell’Ortles Cevedale, del Bernina e le Dolomiti di Brenta. Poco sopra al Bivacco possiamo visitare una postazione per mitragliatrice e una per cannone. In questo luogo si avvicendarono molti attacchi tra il 1915 e il 1918 con conquiste, perdite e riconquiste di cime a scapito di moltissime vite umane vittime di esplosioni, proiettili ma anche del freddo.
Da qui il Sentiero dei Fiori si può chiudere con rientro alla funivia in un’ora e trenta minuti, scendendo direttamente al ghiacciaio Presena.
Qui la discesa è ferrata e molto irta e ho spesso incontrato persone non abituate alle verticali in grande difficoltà. Una volta concluso questo passaggio portare molta attenzione all’appoggio dei piedi sul ghiacciaio (ho assistito a uno scivolone di 200 metri di due persone non attrezzate): portatevi i ramponi anche per fare solo 100 metri!
Noi optiamo per un’altra soluzione, ovvero quella di proseguire alla Cima Payer. Da qui si giunge al Passo di Lago Scuro dove troviamo opere difensive, i resti di un villaggio di alta quota e una lunga serie di gradini perfettamente orizzontali sistemati dagli alpini durante la Prima Guerra e ancora perfettamente posizionati.
Ora si scende fino a due magnifici laghi alpini e al rifugio Mandrón (anche detto Rifugio Città di Trento). In questo accogliente rifugio del CAI di Brescia incontriamo un gruppo di Alpini che ci allieta in modo incredibile la serata, grazie alla loro insuperabile simpatia e a un “po’ di grappa”! Il giorno seguente risaliamo fino al Passo Marocaro e qui al ghiacciaio Presena, con rientro alla funivia.
Una passeggiata incredibile dove storia, panorami mozzafiato e passaggi alpinistici stupendi s’intrecciano continuamente senza lasciare spazio a pensieri negativi e dove il cuore si riempie di emozioni impagabili!
Andateci.