I 130 cani randagi che vivono sull’isola di Lampedusa saranno censiti, curati e sterilizzati.
Prende così il via il progetto della Lega Anti Vivisezione per la lotta al randagismo canino, vera e propria piaga dell’isola.
La campagna, che è stata resa possibile grazie alla sinergia con l’associazione locale Il cuore ha 4 zampe, punta anche a migliorare la convivenza tra i cani e i turisti e, non da ultimo, a trovare una casa agli sfortunati randagi.
«Lampedusa può essere un’Isola accogliente per tutti, anche per i suoi abitanti a quattro zampe – ha spiegato il Presidente della Lav Gianluca Felicetti -. Ogni Amministrazione comunale ha il dovere istituzionale e morale di prendersi cura dei randagi e di mettere in campo le azioni necessarie per la prevenzione del randagismo, contrastando l’odioso reato di abbandono di animali che, purtroppo, alimenta questo fenomeno».
Controllati e censiti
Oltre all’identificazione e al controllo delle nascite della popolazione canina, il progetto prevede anche l’emanazione di un’Ordinanza per disciplinare l’ingresso e l’uscita dei cani dall’isola solo se identificati e sterilizzati.
La LAV, inoltre, donerà tre lettori di microchip e allestirà con attrezzature un ambulatorio veterinario per le sterilizzazioni.
Ma non solo: in diversi punti dell’isola saranno allestiti dispenser di cibo e acqua per gli abitanti a quattro zampe.
Il progetto comprende anche attività di sensibilizzazione, rivolte sia ai turisti che agli alunni delle scuole elementari di Lampedusa. Infine, anche le forze dell’ordine saranno coinvolte in attività formative.
40mila cani randagi in Sicilia
La Sicilia è la regione italiana dove il fenomeno del randagismo è maggiormente diffuso.
Secondo i dati della Lav – che fanno riferimento al 2016 – sarebbero circa 40.000 i cani vaganti sul territorio a fronte di appena 5.266 sterilizzazioni effettuate. Nei canili dell’isola, invece, vivono 10.829 cani.
«La parola chiave è prevenzione – spiega Ilaria Innocenti dell’Area LAV Animali Familiari -, occorrono campagne per implementare l’identificazione dei cani e l’iscrizione nell’anagrafe degli animali d’affezione. E occorre anche aumentare il numero delle sterilizzazioni poiché il controllo delle nascite è la migliore forma di prevenzione».
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