Allevati per un proiettile: questo è lo slogan con cui si apre la pagina del sito Blood Lion, nato per far conoscere il docufilm che denuncia la triste pratica dello sfruttamento dei leoni, dalla nascita sino al momento della loro morte per diventare trofei. Negli stati dell’Africa del Sud hanno da tempo capito che i leoni possono essere una risorsa in ogni fase della loro vita e tutto inizia quando nascono e vengono fatti allattare e accudire da turisti che pagano per fare i volontari in falsi santuari. Poco dopo diventano compagni di gioco, sempre a pagamento, e quando sono cuccioloni cresciuti, oramai imprintati e quindi più facilmente gestibili, vengono impiegati per accompagnare ricchi turisti nelle passeggiate a piedi fatte nelle riserve.
Da dolci cuccioli a preda da cacciare
La loro vita, una volta adulti e quindi più difficili da gestire e potenzialmente pericolosi per i turisti, finisce di solito dentro un recinto più o meno grande, dove cacciatori senza scrupoli pagano migliaia di dollari per sparare a quello che è solo un simulacro del re della savana, il simbolo dell’Africa. L’uso dei canned lion è stata ritenuto legittimo dalla PHASA, l’associazione professionale dei cacciatori del Sud Africa, creando non poco scompiglio anche nel mondo venatorio, come riporta Africa Geographic, un blog sui safari e sulla caccia in Africa. Una pratica davvero ingiustificabile, uno sfruttamento senza etica per turisti poco attenti alla reale tutela della fauna africana.
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