Il barbagianni è un predatore che predilige gli spazi aperti, gli, costituiti da un mosaico di prati, coltivi e filari di alberi.
Le zone di campagna sono in assoluto le più idonee alla sua colonizzazione tanto che gli inglesi lo chiamano Barn Owl ovvero gufo dei granai. Le sue prede preferite sono topi, ratti e arvicole ma in determinate condizioni non disdegna uccelli e mammiferi più grandi.
Il barbagianni è un cacciatore silenzioso di micromammiferi
Il barbagianni è un predatore specializzato, ovvero abituato a catturare le sue prede con attacchi sferrati da un posatoio, grazie al suo volo particolarmente silenzioso.
Nell’Europa continentale dedica le sue attenzioni, quasi in esclusiva, ai micromammiferi, cacciandone le più diverse specie, dai topi ai ratti, fino ad arvicole e toporagni.
Per un lungo periodo il barbagianni è stato considerato il miglior sistema di monitoraggio della presenza di micromammiferi in un territorio, poiché non è selettivo e cattura tutte le specie presenti.
Nelle regioni del bacino del Mediterraneo, i barbagianni possono includere nei propri sistemi trofici anche insetti, anfibi, rettili e uccelli, talvolta anche in grande abbondanza, mostrando comunque una certa plasticità, pur rimanendo il predatore stenofago (ovvero specializzato nella cattura di micromammiferi) per eccellenza tra gli Strigiformi.
Una volta ingerita la preda, produce delle borre che contengono i resti non digeriti delle prede stesse. Le borre sono ricoperte da un muco particolare che conferisce una grande compattezza e un colore solitamente nero, che le rende facili da identificare.
I barbagianni, come hanno dimostrato alcuni studi condotti in Scozia e in Germania, catturano le loro prede con più regolarità in estate e con un tempo di attesa sul posatoio che si allunga mediamente del 35% nel periodo invernale.
Nella strategia di selezione delle prede, i barbagianni che devono alimentare i loro pulli evidenziano la capacità di scegliere le prede: quando vi è buona disponibilità, predano arvicole o individui di dimensioni minori, progredendo nella loro scelta quando i loro nidiacei diventano più grandi.
Non solo topi e arvicole
Molto interessante è stato rilevare che, in presenza di piogge abbondanti, i barbagianni predano maggiormente l’avifauna, quindi piccoli Passeriformi, e il topolino delle case (Mus musculus). In uno studio condotto in Italia sulle predazioni insolite di questo Titonide, sono stati rinvenuti la donnola (Mustela nivalis), il riccio (Erinaceus europaeus), l’averla piccola (Lanius collurio), la lepre (Lepus europaeus), la civetta (Athene noctua), pipistrelli di diverse specie e persino alcuni esemplari di gatto domestico (Felis catus).
Poco interessato agli insetti
Alcune curiosità interessati sono emerse da uno studio condotto dal grande esperto svizzero Roulin dove, tra più di 3 milioni di prede monitorate, gli insetti rilevati sono stati meno di 10 mila. La sorpresa è stata che non vi era nessuna cicala, dimostrando che il canto notturno di questi insetti non è attrattivo per i barbagianni, mentre lo è per le civette e gli assioli che sono ghiotti di questi insetti.
Lo studio della dieta dei barbagianni conferma mutamenti nel corso del tempo e una convergenza verso una dieta sempre più stenofaga con sempre meno uccelli e chirotteri predati da questi rapaci notturni.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com