Dopo oltre sessant’anni, l’allevamento di visoni destinato alla produzione di pellicce di Fossoli, in provincia di Modena, cessa l’attività.
La notizia è stata diffusa dall’associazione Essere Animali che, tre anni fa, aveva occupato quello stesso allevamento per chiedere che venisse fermata l’uccisione degli animali.
«Siamo stati per ore vicini a quegli animali, costretti in minuscole gabbie di rete metallica e destinati a una morte orribile; la notizia della chiusura di questa struttura ci rende enormemente felici», spiega l’associazione animalista.
I motivi della scelta
La scelta di chiudere l’allevamento sarebbe riconducibile alla crisi del settore: sempre più spesso i grandi marchi della moda scelgono di impiegare inserti di pelo sintetico e il settore della pellicceria, a livello globale, è in crisi.
A questo si aggiungono anche le complicazioni nell’allevare una specie alloctona come, appunto, il visone, a causa del potenziale rischio ambientale in caso di fughe.
Quanti sono gli allevamenti in Italia
Secondo le stime, in Italia resta attiva una ventina di allevamenti di visoni, concentrati tutti nelle regioni settentrionali. Sarebbero, inoltre, circa 160mila gli animali uccisi ogni anno per la loro pelliccia.
«Da anni ci battiamo per l’abolizione di questa pratica crudele e in occasione delle scorse elezioni abbiamo contattato i partiti politici chiedendo di sottoscrivere un impegno a vietare gli allevamenti di animali da pelliccia – conclude Essere Animali –. Già 12 paesi dell’Unione Europea hanno vietato questo tipo di allevamento, alcuni dei quali con produzioni molto più importanti rispetto a quella italiana».
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