La pioggerella di ieri ha fatto poco o nulla e ci ritroviamo di nuovo a vivere livelli di inquinamento record.
Città come Milano, Roma, Torino, ma anche centri più piccoli come Monza e Varese, sono coperti da una cappa di smog che non accenna a diminuire, compromettendo la nostra quotidianità. Che fare, dunque, per superare questo periodo di “clima estremo”?
Poche ma utili raccomandazioni sono rivolte a chi fa jogging; in questi giorni è meglio evitare di rimanere troppo tempo all’aria aperta, e di respirare l’aria insalubre che ci circonda.
Allarme anche per i più piccoli, trasportati nel passeggino. I gas nocivi permangono soprattutto negli strati più bassi dell’atmosfera e nei primi centimetri si concentrano le molecole più “velenose”, proprio nel punto in cui i bambini si trovano a respirare.
Per le casalinghe e quanti vivono in casa, il consiglio è invece quello di tenere le finestre chiuse per la maggior parte del tempo, arieggiando solo per qualche minuto durante le prime ore del mattino.
Cosa può provocare livelli così alti di inquinamento? Sono molte le patologie legate allo smog. E a rimetterci sono soprattutto i più giovani e gli anziani, già tediati dalle malattie.
Nei più piccoli può risultare compromesso lo sviluppo degli alveoli, determinante per una buona salute polmonare nell’età adulta; terreno fertile per lo sviluppo di asme croniche ed enfisemi.
Negli anziani sofferenti di problemi cardiovascolari, lo smog può accentuare la dispnea e l’affanno.
Preoccupano anche gli asmatici, di qualsiasi età e le donne in gravidanza. Nei primi le particelle sottili irritano le muscose respiratorie e acuiscono i fenomeni legati alla lacrimazione e alle epistassi.
Nelle donne in attesa il rischio si ripercuote sulla salute del nascituro. Alla nascita, infatti, rischia di pesare meno del normale. Il fenomeno risponde all’assimilazione indiretta di molecole come l’ozono e il PM10 che incidono sulla crescita e sullo sviluppo degli organi.
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