Marte. La notizia in questi giorni ha fatto il giro del mondo, ma cosa c’è di vero? Cosa vuol dire avere scoperto l’acqua sul pianeta rosso? In realtà non è stata scoperta questa settimana ma almeno quattro anni fa, a opera di uno scienziato del Georgia Institute of technology di Atlanta, in Usa, Lujendra Ojha. Ma a essere precisi non è stata proprio scoperta, bensì “intravista” attraverso l’osservazione di particolari strutture geologiche. Sono piccolissimi rigagnoli scuriti dalla presenza di sali che possono essere giunti fin lì in un solo modo: sciolti in un liquido. Da qui sono, dunque, partiti gli scienziati per verificare che in certi periodi, durante la bella stagione marziana, in cui le temperature possono superare i venti gradi, anche sul pianeta rosso scorrono rivoli di acqua.
Si sa da tempo che Marte è contrassegnato da calotte glaopertaciali potenzialmente in grado di trasformarsi in distese lacustri o marittime, ma è questa la prima volta che viene messo in luce un dettaglio tanto importante: «E’ la prima prova dell’esistenza di un ciclo dell’acqua su Marte», dicono gli esperti dell’Agenzia spaziale italiana. Le prospettive sono stuzzicanti, ma non cambiano molto le nostre chance di conquistare entro breve il quarto pianeta del sistema solare.
Ci sono altri aspetti molto importanti da risolvere per consentire all’uomo di vivere su Marte. Ci sono i raggi ultravioletti, un’atmosfera troppo ricca di composti dannosi alla nostra salute, e temperature che possono raggiungere i -130 gradi. L’uomo su Marte per il momento non ci può stare. Se non “incapsulato” in qualche ambiente isolato dall’esterno. Tuttavia la serissima ipotesi che possa presentare acqua allo stato liquido solleva grandi interrogativi e di fatto cambia la nostra interpretazione del pianeta rosso. Acqua significa vita e la vita su Marte ribalterebbe completamente il nostro modo di concepire lo spazio e il mondo che ci circonda. Perché in un rigagnolo marziano è decisamente probabile che possono sguazzarci microrganismi come i batteri, perfettamente a loro agio ovunque, comprese le bocche dei vulcani o le aree geografiche dove le temperature raggiungono limiti estremi.
Insomma, non è stata data una notizia nuovissima e per certi versi nemmeno rivoluzionaria. Ha confermato che c’è acqua allo stato liquido, ma la vera bomba scoppierà solo il giorno in cui avremo le prove concrete dell’esistenza di qualche forma organica.
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