Il parco nazionale Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna è al centro di un progetto atto al ripopolamento dei cervi nobili in Serbia. Una delegazione di specialisti – tra i quali figura anche Dragan Gacic, della Faculty of Forestry dell’università di Belgrado, coordinatore per conto del ministero Agricoltura e foreste serbo del programma, e Bostjan Pokorny, del dipartimento di Ecologia forestale (Forest Ecology) dell’università di Lubiana – ha visitato nei giorni scorsi l’area protetta toscana per definire gli accordi per lo spostamento di alcuni ungulati nelle aree protette del territorio balcanico.
Trasloco per 60 cervi
Il piano prevede il trasporto di venti ungulati all’anno nell’arco di un triennio. A farsi carico delle spese di trasporto e gestione degli animali saranno le istituzioni competenti del territorio di destinazione.
«Le foreste che questi ungulati andranno a popolare, cinque parchi nazionali giovani ma molto ricchi e diversificati, vedono una notevole presenza di lupi – ha spiegato il presidente dell’Ente Parco, Luca Santini –. La nostra popolazione di cervo, che è costituita da un nucleo abbastanza stabile e che conta circa 2500 individui, ha maturato dei meccanismi di adattamento al grande predatore che impediscono venga messa a repentaglio la sopravvivenza del nucleo più sano. Questi individui rappresentano, quindi, la scelta migliore per il territorio balcanico che andranno a ripopolare».
I cervi dei Granduchi
Il parco nazionale Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna, è una delle aree in Europa con la più alta popolazione cervi nobili (Cervus elaphus), animali possenti e dal portamento regale che spesso superano i due quintali di peso; la presenza stabile degli ungulati nell’area risale all’epoca dei Granduchi di Toscana, che per primi condussero campagne di immissione degli animali nella zona.
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