C’è una forma di bracconaggio che avviene nelle profondità del mare, lontano dagli occhi di tutti, ma non per questo meno dannosa.
Si tratta della raccolta dei datteri di mare (Lithophaga lithophaga), molluschi la cui vendita è vietata, ma per i quali la domanda continua a restare forte.
Perché è dannosa
Raccogliere i datteri di mare distrugge letteralmente gli ecosistemi marini: un piatto di linguine ai datteri di mare comporta la distruzione di una superficie di fondo marino pari a circa un metro quadrato.
«I datteri di mare vivono all’interno della roccia e scavano gallerie secernendo una sostanza erosiva – spiega la Lav –. La raccolta avviene tramite l’uso di scalpelli e piccoli martelli pneumatici che frantumano le rocce in cui il mollusco si insedia. Questo causa la distruzione dell’habitat di numerosi altri organismi e determinando uno sconvolgimento dell’intero ecosistema».
La crescita del mollusco è estremamente lenta: per raggiungere la dimensione di 5 centimetri servono non meno di 15 anni.
Un piatto di datteri di mare può costare anche 70 Euro
Secondo il report sulle zoomafie della Lav, le regioni maggiormente interessate da questa forma di bracconaggio subacqueo sono Campania, Puglia e Sicilia.
«I raccoglitori di frodo, spesso con precedenti penali di rilievo, sono organizzati in gruppi criminali che gestiscono un business di migliaia di euro a danno dell’ambiente marino» conclude l’associazione.
La Lav ha anche chiesto che vengano adottate pene più severe per chi si macchia di questo tipo di reati.
Nel mese di marzo 2017, a Pozzuoli sono stati sequestrati 45 chilogrammi di datteri di mare. Un vero e proprio tesoro, dal momento che un piatto di molluschi – nei ristoranti che ancora li servono illegalmente, nonostante i divieti – può arrivare a costare anche 70 Euro.
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