Erano 100mila un secolo fa, oggi non sono più di 10mila. Si teme, pertanto, per la sopravvivenza di una delle specie africane più affascinanti: il ghepardo. Secondo gli scienziati della Queen University di Belfast, l’animale sta patendo più degli altri grandi predatori il cambiamento climatico e la frammentazione del territorio dovuto a processi di urbanizzazione sempre più selvaggi.
Il ghepardo si è evoluto per catturare nel minore tempo possibile una preda, sviluppando un’incredibile attitudine alla corsa. Ma non ha fatto i conti con la necessità di immagazzinare al meglio le risorse energetiche, fondamentali in un momento tanto delicato per la vita selvaggia del pianeta. Alla luce di ciò gli etologi lanciano l’allarme, perché gli spazi della savana potrebbero risultare inadeguati a un animale veloce come il ghepardo; mentre potrebbero favorire altre specie meno scattanti, come i leoni e le iene, “tarate”, in compenso, per accumulare riserve per i momenti più difficili.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com