Voortrekker non era un semplice elefante. A Omatjete, piccolo villaggio nel centro della Namibia, tutti lo riconoscevano.
Il suo temperamento confidente lo faceva spesso avvicinare alle case e ai pozzi d’acqua.
Troppo, a detta del Governo della Namibia, secondo cui il pachiderma era diventato una minaccia per la sicurezza pubblica.
Venduto per 120 mila dollari a un cacciatore
Di recente, l’elefante era stato visto avvicinarsi ai pozzi in cerca di acqua.
«Era un animale problematico – ha spiegato Romeo Muyunda, portavoce del Ministero del Turismo. Si era reso protagonista di episodi di conflitto con gli umani distruggendo case, infrastrutture idriche e uccidendo addirittura persone e bestiame».
Da qui la scelta di vendere l’animale a un cacciatore di trofei americano.
Secondo quanto riportato dai media locali, Voortrekker sarebbe stato pagato 120mila dollari dal bracconiere.
Soldi che – sempre secondo il ministero – saranno reinvestiti in opere e fondazioni a favore della tutela dell’ambiente.
I conflitti per le risorse
La scelta di vendere l’elefante è stata contestata dall’associazione Elephant Human Relations Aid che, attraverso un post su Facebook, ha aspramente condannato la decisione del ministero.
«Voortrekker è sempre stato il benvenuto, perché non ha mai causato problemi o paura – ha commentato l’associazione africana che si occupa della tutela della specie –. Ci mancherà moltissimo questo animale speciale e iconico».
Il caso riaccende i riflettori sulla questione delle scarsità di risorse idriche nella zona che causano il conflitto fra uomo e animali.
Secondo i dati del ministero dello stato africano, da inizio anno sono già stati spesi 4 milioni di dollari per la costruzione di pozze d’acqua separate per gli elefanti nel tentativo di attirarli lontano dalle comunità.
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