Tra gli accordi commerciali siglati tra Italia e Cina, ve ne sono anche alcuni che riguardano l’export di carne, in particolare di quella suina.
Nel dettaglio, il nostro Paese potrà esportare carne suina congelata per far fronte alla crescente domanda del mercato interno della Repubblica Popolare Cinese.
11 milioni di suini allevati in Italia
Ogni anno in Italia vengono macellati 11 milioni di suini. Il numero, tuttavia, non riesce a soddisfare la domanda interna e, dunque, una percentuale di carne di maiale viene importata dall’estero.
La domanda del vasto mercato cinese potrebbe, quindi, essere soddisfatta solo aprendo nuovi allevamenti. «Sempre più istituti scientifici affermano che dobbiamo drasticamente rivedere gli allevamenti e il sistema della produzione industriale zootecnica, ma il nostro Governo va esattamente nella direzione opposta», commenta Roberto Bennati, Vicepresidente LAV.
Il peso insostenibile sull’ambiente
Il timore è che la crescente domanda di carne possa avere conseguenze negative sul territorio italiano.
Negli allevamenti intensivi, infatti, l’alto numero di animali concentrato in un unico luogo produce elevatissime quantità di deiezioni altamente inquinanti e ricche di azoto, fosforo e potassio.
Questi rifiuti spesso vanno a intaccare le risorse acquifere, dal momento che possono essere disperse nei campi, anche i modo illecito.
Una recente indagine condotta da Greenpeace ha mostrato come fiumi e canali di irrigazione in regioni ad alta densità di stabilimenti intensivi in dieci Paesi europei presentino valori di inquinamento superiori ai tassi consentiti.
«I costi ambientali di nuovi allevamenti non saranno pagati dalle grandi aziende proprietarie degli allevamenti, che nel breve periodo incasseranno utili sulla pelle degli animali e del nostro Paese» conclude Bennati.
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